Come non pagare il canone Rai e chi ha diritto all'esenzione?

Quello che viene comunemente indicato come “canone RAI” è, in realtà, un’imposta introdotta negli anni Trenta, destinata solo in parte a finanziare il servizio radiotelevisivo pubblico. Nel nostro approfondimento, vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito, dalle modalità di pagamento alle esenzioni previste dalla normativa vigente.

Cos'è il canone Rai?

Il cosiddetto “canone RAI”, come spiega l’apposito Decalogo stilato dall’Ufficio Stampa della RAI, “è in realtà una imposta dovuta per il possesso di un apparecchio atto alla ricezione dei canali televisivi”. Introdotto con un Regio Decreto del 1938, ossia ben prima dell’inizio delle trasmissioni televisive in Italia (cominciate nel 1954), con il tempo il canone è stato associato automaticamente alla RAI, alimentando anche una certa confusione sulla vera natura dell’imposta.

Non si tratta, infatti, di una ‘tassa’ sulla fruizione dei canali RAI quanto, più semplicemente, di un’imposta sul possesso di un televisore. In realtà, poiché la norma originaria faceva riferimento ad apparecchi “atti od adattabili alla ricezione delle radioaudizioni”, la diffusione di dispositivi di nuova generazione (PC, tablet e simili) ha reso necessario un chiarimento da parte dell’Agenzia delle Entrate. Pertanto, ai fini dell’esazione del canone TV, “un apparecchio privo di sintonizzatori radio operanti nelle bande destinate al servizio di Radiodiffusione non è ritenuto né “atto”, né “adattabile” alla ricezione delle radioaudizioni”, come si legge in una nota diramata dall’Agenzia nel 2012. Tradotto in termini pratici, il canone non è dovuto per dispositivi quali PC senza sintonizzatore TV o monitor per computer né “per il mero possesso di un personal computer collegato alla rete, i tablet e gli smartphone”, stando a quanto precisato da una nota dell’Ufficio Stampa RAI del 21 febbraio 2012.

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Sommario

Perché si paga e come viene utilizzato.

Essendo un’imposta a tutti gli effetti, il canone TV viene versato all’Agenzia delle Entrate; l’importo complessivo include sia l’IVA che la tassa di concessione governativa per la gestione del servizio radiotelevisivo pubblico (che vengono incamerate dallo Stato).

La quota del canone vero e proprio, invece, serve a finanziare le attività di produzione e trasmissione della RAI, che includono non solo l’emittenza televisiva ma anche quella radiofonica e la diffusione dei propri prodotti su varie piattaforme digitali.

Ma perché l’imposta viene utilizzata in questo modo? Perché il contributo derivante dal canone TV consente alla RAI di rispettare gli obblighi previsti dal Contratto di Servizio stipulato con il Ministero delle Imprese per la gestione del servizio radiotelevisivo pubblico. In particolare, l’azienda deve rispettare i limiti di legge sul cosiddetto “affollamento pubblicitario” che, come stabilito dall’art. 45 del Decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 208, “non può eccedere il 6 per cento, nella fascia oraria compresa fra le ore 06:00 e le ore 18:00 e nella fascia compresa fra le 18:00 e le 24:00, ed il 12 per cento di ogni ora.” Per le emittenti private, invece, il limite è pari al “20 per cento nella fascia oraria compresa fra le ore 06:00 e le ore 18:00 e nella fascia compresa fra le 18:00 e le 24:00”.

Modalità di pagamento.

placchetta con presa schuko su muro giallo

Fino al 2015, l’imposta veniva riscossa in un’unica soluzione, e poteva essere pagata con un bollettino postale. Con l’entrata in vigore della Legge di Stabilità 2016, il Governo ha introdotto una nuova modalità di riscossione, istituendo il canone RAI in bolletta. Il provvedimento, infatti, prevede “la presunzione di detenzione dell’apparecchio televisivo nel caso in cui esista un’utenza per la fornitura di energia elettrica nel luogo in cui una persona ha la propria residenza anagrafica”.

Di conseguenza, dal 2016 la normativa stabilisce che “i titolari di utenza elettrica per uso domestico residenziale effettuano il pagamento del canone mediante addebito nella fattura dell’utenza di energia elettrica”.

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Canone Rai fuori bolletta: di cosa si tratta?

La normativa vigente prevede anche la possibilità di pagare il canone TV con modalità diverse dall’addebito in bolletta. Come si apprende sul sito ufficiale dell’Agenzia delle Entrate, infatti, nel caso in cui “nessun componente della famiglia anagrafica, tenuta al versamento del canone, è titolare di contratto elettrico di tipo domestico residenziale il canone deve essere versato con il modello F24 entro il 31 gennaio di ogni anno”. Lo stesso metodo deve essere utilizzato anche da parte dei cittadini che usufruiscono di una fornitura di energia elettrica attraverso “reti non interconnesse con la rete di trasmissione nazionale”.

In caso di rinnovo, il pagamento del canone TV tramite F24 può essere effettuato:

  • in un’unica soluzione entro il 31 gennaio;
  • in due rate semestrali da 45,94 euro ciascuna, da saldare entro, rispettivamente, il 31 gennaio e il 31 giugno;
  • in quattro rate trimestrali da 23,93 euro ciascuna con scadenza entro il 31 gennaio, il 30 aprile, il 31 luglio e il 31 ottobre.

Disdetta del canone Rai: a chi spetta e come richiederla.

Il canone TV può essere disdetto; la normativa, infatti, prevede specifici casi di esonero a favore di:

  • cittadini che hanno compiuto 75 anni, con un reddito annuo proprio e del coniuge non superiore complessivamente a 8.000 euro e senza conviventi titolari di un reddito proprio;
  • cittadini titolari di un contratto di fornitura di energia elettrica che non detengono un apparecchio TV. In tal caso, la disdetta va rinnovata ogni anno;
  • diplomatici e militari stranieri.


Gli aventi diritto possono richiedere l’esenzione del canone RAI mediante una dichiarazione sostitutiva; a tale scopo, il titolare della fornitura deve compilare un apposito modulo e inviarlo all’Agenzia delle Entrate mediante:

  • posta raccomandata (plico senza busta) all’Ufficio Canone TV – c.p.22 Torino, assieme ad documento d’identità in corso di validità;
  • posta elettronica certificata all’indirizzo [email protected];
  • intermediari abilitati;
  • l’applicativo web disponibile sul sito dell’Agenzia.


A seconda del tipo di comunicazione, l’utente deve compilare il “QUADRO A” se intende comunicare di non avere un apparecchio televisivo in casa oppure il “QUADRO B” se ha ricevuto un doppio addebito del canone. I termini per inviare la dichiarazione sono i seguenti:

  • (per la dichiarazione di non detenzione di apparecchio televisivo – QUADRO A): a partire dal 1° luglio dell’anno precedente ed entro il 31 gennaio dell’anno di riferimento stesso affinché sia valida dal primo gennaio dell’anno stesso;
  •  dal 1° febbraio ed entro il 30 giugno di un dato anno di riferimento affinché abbia effetto per il semestre luglio-dicembre del medesimo anno;
  • in caso di doppio addebito per presenza di doppia fornitura (QUADRO B), secondo le istruzioni alla compilazione fornite dall’Agenzia delle Entrate, “può essere presentata in qualunque momento dell’anno e ha effetto, ai fini della determinazione del canone dovuto, in base alla data di decorrenza dei presupposti attestati. Se i presupposti ricorrono al 1° giorno di ciascun semestre il canone non è dovuto a partire dal semestre medesimo”.


Per beneficiare dell’esenzione gli over 75 con reddito basso devono produrre una dichiarazione sostituiva per comunicare il possesso dei requisiti reddituali. Il modulo, compilato in ogni sua parte va inviato all’Agenzia delle Entrate a mezzo

  • posta ordinaria, con plico raccomandato senza busta all’indirizzo Agenzia delle entrate – Direzione Provinciale I di Torino – Ufficio Canone TV – Casella postale 22 – 10121 Torino. Assieme alla dichiarazione va allegata la copia di un documento di identità;
  • posta elettronica certificata, all’indirizzo [email protected];
  • consegna a mano presso un ufficio territoriale dell’Agenzia.

Come richiedere il rimborso del canone Rai.

Il rimborso del canone RAI in bolletta è previsto in due casi:

Utenti che hanno diritto all’esenzione.

Questi utenti devono però aver ricevuto già uno o più addebiti in bolletta.

Utenti che abbiano ricevuto un doppio addebito.

Capita quando nella stessa famiglia anagrafica vi sono due utenti intestatari di due forniture.

La richiesta va inoltrata compilando un apposito modulo, in cui deve essere indicata la fornitura per la quale è scattato l’addebito extra del canone; il documento può essere inviato per via telematica o a mezzo posta, all’indirizzo sopra indicato.

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Domande frequenti sulla bolletta

La bolletta luce è il documento mediante il quale il fornitore di energia elettrica comunica gli oneri economici a carico dell’utente e, contestualmente, il termine ultimo per corrispondere all’azienda quanto dovuto. Rappresenta a tutti gli effetti il resoconto dei consumi energetici e delle spese sostenute per usufruire della fornitura. Si tratta, quindi, di un documento importante, poiché riporta le varie voci di spesa addebitate all’intestatario dell’utenza e non solo; per questo è importante saper leggere la bolletta elettrica correttamente e conoscere il significato di tutte le informazioni riportate al suo interno.

Quello che viene comunemente indicato come “canone RAI” è, in realtà, un’imposta introdotta negli anni Trenta, destinata solo in parte a finanziare il servizio radiotelevisivo pubblico. Nel nostro approfondimento, vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito, dalle modalità di pagamento alle esenzioni previste dalla normativa vigente.

Sono le voci di spesa inserite in bolletta che non dipendono direttamente dal consumo di energia elettrica; sono riportate all’interno del cosiddetto “scontrino dell’energia”, ovvero il prospetto con cui i fornitori riportano gli importi fatturati al cliente.