I piani cottura a induzione rappresentano un’alternativa moderna a sistemi più tradizionali, come i fornelli elettrici o a gas, rispetto ai quali offrono diversi vantaggi. In particolare, possono risultare più efficienti dal punto di vista energetico, grazie anche al recente sviluppo di nuove tecnologie e di soluzioni più efficaci per la produzione del calore necessario alla cottura dei cibi.
Come funziona un piano a induzione.
Un piano a induzione è costituito da una superficie in vetroceramica (spesso abbinato ad uno strato di vetro temperato), sulla quale si poggiano padelle e pentole per la cottura dei cibi. Nella parte sottostante, si trovano i ‘fuochi’, ovvero bobine metalliche a spirale collegate ad una fonte di alimentazione elettrica; i termini ‘fuoco’ o ‘fornello’ si usano convenzionalmente per indicare uno dei quadranti del piano a induzione che corrisponde a una specifica zona di riscaldamento.
Ma come viene prodotto il calore in un piano cottura di questo tipo? Il principio è quello del riscaldamento a induzione, che trasforma l’energia elettrica in energia termica mediante un campo magnetico ad alta frequenza. Ciò avviene grazie ad una serie di bobine a spirale, che si trovano sotto il piano in vetroceramica e sono collegate ad una fonte di alimentazione a corrente alternata.
Vediamo, in breve, cosa accade quando si accende un ‘fornello’ di un piano a induzione. Per prima cosa, la corrente elettrica passa attraverso un raddrizzatore, ovvero un circuito che trasforma la corrente da alternata a continua. Successivamente, scorre lungo un filtro passa basso (che elimina il rumore) e poi in un convertitore risonante, che trasforma la corrente continua in corrente alternata ad alto voltaggio. Questa passa poi attraverso i filamenti metallici in rame che formano la bobina del ‘fornello’, generando così un leggero campo elettromagnetico per effetto del quale l’energia elettrica si trasforma in calore.
Consumi piano cottura a induzione: da cosa dipendono.
Il consumo effettivo di un piano a induzione dipende da una serie di fattori diversi, tra cui la geometria e la conformazione delle bobine, nonché dalla frequenza e dalle modalità di utilizzo. Inoltre, anche le specifiche tecniche di un singolo modello incidono sui consumi, dal momento che i vari piani a induzione disponibili in commercio sono contraddistinti da potenze anche molto diverse tra loro (che oscillano mediamente tra 1,5 e 11 kW circa); in aggiunta, i produttori non sono tenuti a indicare precisamente quanto consuma un determinato modello ma solo la conformità del prodotto al Regolamento UE 66/2014.
C’è poi un altro aspetto da considerare: le zone di riscaldamento dei piani a induzione sono solitamente regolabili su diversi livelli di potenza, che in genere vanno da un minimo di 1 ad un massimo di 9; naturalmente, a ciascun livello corrisponde una specifica percentuale di assorbimento e, quindi, di consumo energetico. Il consiglio, quindi, è quello di consultare la documentazione tecnica fornita dal produttore, nella quale sono riportati dati specifici quali l’assorbimento energetico per diverse preparazioni oppure il consumo per area cottura al kg.
Piano a induzione: consumi kW medi.
Come già accennato, non è possibile rispondere in maniera precisa alla domanda “quanto consuma un piano a induzione?”. Di contro, è possibile fare una stima media, tenendo conto che ogni zona di cottura può avere una potenza massima specifica e che la frequenza di utilizzo varia a seconda delle abitudini e della composizione del nucleo familiare.
Prendiamo ad esempio un piano cottura con diverse zone di cottura; quelle più piccole possono utilizzare, se utilizzate al livello di potenza più alto, tra 1,2 e 1,8 kW mentre quelle di medie dimensioni possono avere potenze comprese tra 2,2 e 3,3 kW. I ‘fornelli’ più grandi possono anche arrivare a 3,7 kW di assorbimento, sempre se utilizzati al livello di potenza più alto disponibile.
In media, quindi un piano a induzione consuma circa 2 kW alla massima potenza, con picchi di 3,6-3,7 kW di assorbimento in condizioni particolari come, ad esempio, con tutte le zone di riscaldamento al massimo. In realtà, un utilizzo normale si attesta solitamente attorno ai 0,6 kWh al giorno per piani da 3 kWh; i modelli da 5 kWh, invece, tendono a consumare un po’ di più, ovvero circa 1 kWh al giorno.
In realtà, molto dipende anche da cosa e quanto si cucina; un piano con assorbimento massimo da oltre 7 kWh, ad esempio, consuma circa 190 Wh per kg di cibo preparato su un’area di riscaldamento da circa 22×22 cm. In altre parole, per cuocere 1 kg di cibo su un ‘fornello’ grande occorrono 190 Wh; di conseguenza, il consumo è legato anche alla quantità di cibo da preparare su base giornaliera che, a sua volta, è determinata da quante persone compongono il nucleo familiare.
Un altro aspetto che incide, in tal senso, è la frequenza con cui si usano le varie aree di riscaldamento. A tal riguardo, ad esempio, secondo uno studio americano, un fornello a induzione piccolo consuma circa 71 kWh all’anno, con una efficienza energetica del 76%.
Piano cottura a induzione consumi: come risparmiare energia elettrica.
I piani a induzione sono generalmente più efficienti rispetto ai fornelli elettrici o a gas; al contempo, è possibile ottimizzare ulteriormente i consumi e ridurre gli sprechi mettendo in pratica una serie di semplici accorgimenti in grado di limitare il dispendio di energia elettrica e, di riflesso, abbattere i costi in bolletta. Di seguito, ecco una serie di consigli utili:
- preferire piani a induzione con le bobine in rame anziché con le bobine in alluminio;
- non utilizzare uno o più ‘fornelli’ per lunghi periodi di tempo, poiché ciò comporta un aumento del consumo di energia elettrica;
- non dimenticare di spegnere il piano cottura quando non viene utilizzato;
- posizionare le pentole o le padelle sulla zona di riscaldamento prima di attivarla;
- collocare le pentole sempre al centro della zona di riscaldamento, così da avere una distribuzione e una propagazione ottimali del calore;
- utilizzare pentole, padelle e altri accessori compatibili con la tecnologia a induzione; le pentole in leghe miste contenenti alluminio, ad esempio, anche se utilizzabili sui piani cottura a induzione, presentano un tasso di conversione dell’energia più basso. In altre parole, richiedono più energia per scaldare alla stessa temperatura la medesima quantità di cibo;
- utilizzare le impostazioni indicate dal produttore per ottimizzare l’efficienza di riscaldamento; in generale, è consigliabile impostare la corretta temperatura nonché un timer che consenta di limitare il funzionamento del ‘fornello’ al tempo necessario per completare una specifica preparazione;
- coprire le pentole con il coperchio, in maniera tale da riscaldare il loro contenuto più velocemente e utilizzare meno energia;
- utilizzare le zone di riscaldamento adatte alle dimensioni delle pentole: quelle più piccole vanno posizionate nelle zone più piccole che consumano meno energia;
- sfruttare il calore residuo per tenere in caldo i cibi già cotti o pronti oppure per sciogliere o fondere determinati ingredienti;
- dosare la quantità d’acqua da riscaldare per utilizzare solo quella che serve effettivamente.