Quanto consuma un forno elettrico.

Il forno elettrico a incasso è una delle componenti imprescindibili della maggior parte delle cucine; semplice da usare, offre svariate opzioni di cottura per eseguire le preparazioni più disparate in modo semplice e veloce. Allo stesso tempo, occorre prestare attenzione ai consumi di energia elettrica che, sul lungo periodo, possono gravare sulla bolletta. Vediamo nel nostro approfondimento tutto quanto c’è da sapere in merito.

Come funziona un forno elettrico.

In linea generale, un comune forno elettrico a incasso funziona in maniera piuttosto semplice; il calore necessario alla cottura dei cibi viene prodotto mediante uno o due elementi riscaldanti (resistori). In base alla temperatura massima e alla modalità di cottura impostate tramite gli appositi controlli (una manopola fisica o un display digitale), il circuito fa passare la corrente elettrica attraverso le serpentine dei resistori che, per effetto del principio di resistenza elettrica, rilasciano il calore all’interno del forno (una cavità coibentata). Grazie ad un sensore termico, il forno raggiunge e mantiene una determinata temperatura per tutto il ciclo di cottura, in funzione della durata impostata all’inizio.

I moderni forni elettrici sono dotati di una ventola, installata al centro della parete di fondo del vano interno; di conseguenza, possono funzionare sia in modalità “statica” che “ventilata” (tecnicamente, si definisce “a convezione forzata”). Quest’ultima consente di distribuire in maniera più omogenea il calore che si sviluppa all’interno del forno, permettendo così una cottura più uniforme dei cibi.

I fattori che incidono sul consumo medio del forno elettrico.

Il consumo di energia elettrica di un comune forno domestico è influenzato da diversi aspetti; in particolare, tendono a incidere maggiormente sul dispendio energetico:

  • la temperatura di cottura; più è alto il valore impostato per la preparazione, maggior energia servirà al circuito elettrico per produrre il calore necessario a raggiungere e mantenere la temperatura desiderata;
  • la modalità di cottura; la funzionalità a convezione forzata è quella più ‘conveniente’ dal punto di vista energetico mentre l’opzione ‘grill’ determina un elevato dispendio di energia perché utilizza un solo resistore per generare un’elevata quantità di calore;
  • la frequenza di utilizzo; un impiego costante nel tempo del forno determina, sul medio e lungo periodo, un maggior consumo di energia elettrica;
  • la classe di efficienza energetica dell’elettrodomestico; per quanto possa sembrare un’ovvietà, se possibile è bene preferire elettrodomestici contrassegnati dalla classe energetica più alta, soprattutto in sostituzione di modelli particolarmente obsoleti;
  • le abitudini di utilizzo; come vedremo meglio in seguito, un corretto utilizzo permette di ridurre gli sprechi e di ottimizzare l’efficienza energetica del forno. Sono diverse, infatti, le ‘cattive abitudini’ che contribuiscono ad incrementare i consumi come, ad esempio, aprire spesso lo sportello per controllare le fasi di cottura oppure spegnere il forno dopo aver completato una lunga cottura. Anticipando lo spegnimento, invece, si può sfruttare il calore residuo all’interno del vano forno senza consumare altra energia.

Come calcolare quanto consuma il forno elettrico.

La prima cosa da fare per provare a stimare il consumo del forno elettrico è consultare l’etichetta energetica; la normativa europea prevede che il contrassegno riporti la classe energetica in cui rientra l’elettrodomestico, entro una scala graduata in ordine decrescente da A+++ (classe più alta) a D (classe più bassa).

Inoltre, l’etichettatura include l’indicazione relativa al consumo di energia per ciclo singolo (espresso in kWh), sia in modalità statica sia a convezione forzata. Secondo il Regolamento (UE) 65/2014, per “ciclo” si intende “la fase di riscaldamento di un carico standardizzato nella cavità di un forno a condizioni predefinite”. Non è riportato in etichetta ma spesso è incluso nelle specifiche comunicate dal produttore anche l’Indice di Efficienza Energetica; nei prodotti di classe più alta è inferiore a 45 mentre in quelli di classe G è superiore a 159.

Per elaborare una stima dei consumi del proprio forno elettrico, occorre anche prendere in considerazione un altro dato: la frequenza di utilizzo. Ipotizziamo quindi un impiego pari a 2 ore a settimana, per un totale di 8 ore mensili. Prendiamo in considerazione un forno di classe A+ dalle caratteristiche standard: 2900W di potenza, una capacità complessiva di 65 litri e consumi che oscillano tra 0,98 kWh (ciclo statico) e 0,70 kWh (ciclo ventilato).

Il consumo medio mensile oscilla quindi tra 7,84 kWh e 5,6 kWh; applicando alla componente energia un costo indicativo di 0,30 euro/kWh, la spesa mensile corrispondente va da un minimo di 1,68 euro ad un massimo di 2,35 euro al mese. Su base annuale, i costi – a fronte di un tempo di utilizzo medio costante – possono sfiorare i 30 euro.

Come risparmiare energia elettrica quando si usa il forno.

Per ridurre il consumo di energia di un forno elettrico è possibile mettere in pratica svariati accorgimenti, al fine di ottimizzare il funzionamento stesso dell’elettrodomestico. In particolare, è consigliabile:

  • evitare il preriscaldamento se non è strettamente necessario; qualora si decida di optare per questa modalità – in quanto previsto dal tipo di preparazione – è bene informarsi sul tempo impiegato dal forno per completare il preriscaldamento, così da essere pronti ad iniziare la cottura non appena viene raggiunta la temperatura necessaria;
  • evitare di utilizzare la funzione “grill”, quella che attiva solo l’elemento riscaldante posto nella parte alta del forno;
  • evitare di aprire spesso lo sportello durante la cottura; in caso contrario, si avranno svariate dispersioni di calore con conseguente calo della temperatura interna. Ciò costringe il circuito riscaldante a produrre una maggior quantità di calore per mantenere la temperatura di cottura preimpostata e, di conseguenza a utilizzare più energia del necessario;
  • cuocere più pietanze possibili in una sola volta o contemporaneamente; l’idea di fondo è quella di sfruttare al massimo tutto lo spazio offerto dal forno. In alternativa, si possono effettuare più cotture una dopo l’altra così da avere il forno già caldo e poter sfruttare anche il calore residuo;
  • preferire la modalità di cottura “ventilata”, che consuma meno energia e grazie alla quale si può impostare una temperatura più bassa rispetto a quella “statica”. Inoltre garantisce una migliore distribuzione del calore all’interno del vano forno;
  • impostare la temperatura corretta rispetto alla preparazione da effettuare; optare per temperature più elevate, magari per accelerare il processo di cottura, non fa altro che determinare un incremento del dispendio energetico da parte del forno;
  • spegnere il forno in anticipo per completare le preparazioni a lunga cottura; quando il forno si spegne, impiega diversi minuti per raffreddarsi completamente. Di conseguenza, si può sfruttare il calore residuo per ultimare cotture piuttosto lunghe (dolci farciti, arrosti, timballi, rustici e simili);
  • tagliare i cibi in pezzi piccoli, così da ridurre il tempo necessario per una cottura completa.
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