Costi fissi in bolletta, quali sono e come calcolarli.

La bolletta è il documento di riepilogo con cui il fornitore dell’energia elettrica comunica al cliente gli importi fatturati per l’erogazione del servizio. Saper ‘leggere’ le informazioni riportate al suo interno è di fondamentale importanza per comprendere la natura dei costi da sostenere e, eventualmente, intervenire sulle modalità di consumo, al fine di ridurre gli sprechi e ammortizzare le spese.

A tal riguardo, è bene sottolineare come l’importo da pagare riportato in bolletta è formato da tre componenti diverse:

  • quota energia;
  • quota fissa;
  • accise e IVA.

 

La ‘quota energia’ è, come si può facilmente intuire, la spesa dovuta al consumo di energia elettrica entro il periodo di fatturazione (mensile o bimestrale). La seconda quota, invece, è costituita dai cosiddetti ‘costi fissi’: nel nostro approfondimento, vediamo di cosa si tratta, quanto ‘pesano’ sul totale della bolletta e come calcolare il loro impatto sull’addebito complessivo.

Cosa sono i 'costi fissi' in bolletta?

Sono le voci di spesa inserite in bolletta che non dipendono direttamente dal consumo di energia elettrica; sono riportate all’interno del cosiddetto “scontrino dell’energia”, ovvero il prospetto con cui i fornitori riportano gli importi fatturati al cliente. Come spiega l’ARERA (l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente), a partire dal 1° luglio 2025, nella riga dello scontrino dell’energia dovranno essere indicate la quota energia e la quota fissa. Quest’ultima deve riportare le seguenti indicazioni:

  • il periodo di riferimento per la fatturazione (numero di mesi o giorni);
  • il prezzo medio applicato (euro/mese);
  • il totale addebitato all’utente, ossia “l’importo da pagare da parte del cliente finale indipendentemente dal livello di consumo.
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Sommario

Quali sono i costi fissi in bolletta luce?

L’importo della quota fissa è composto da due voci distinte:

  • la “Spesa per la vendita di energia elettrica”; consiste negli importi fatturati dal venditore a copertura delle attività implementate per erogare il servizio di fornitura dell’energia elettrica al cliente finale. Nello specifico, la spesa include il costo dell’acquisto dell’energia, il dispacciamento, la commercializzazione al dettaglio più ulteriori importi eventualmente fatturati; 
  • la “Spesa per la rete e Spesa per oneri generali di sistema”; la prima voce corrisponde agli importi fatturati al cliente finale relativi ai servizi di trasmissione, distribuzione e misurazione dell’energia elettrica (che comprende anche la gestione del contatore associato all’utenza). A questi si aggiungono altre componenti specifiche che, come vedremo meglio in seguito, riguardano lo sviluppo delle reti e il miglioramento del servizio. I cosiddetti “oneri generali di sistema” sono gli importi fatturati a copertura delle “attività di interesse generale per il sistema elettrico” e possono comprendere solo due componenti tariffarie denominate, rispettivamente, Asos e Arim. Vediamo in breve di cosa si tratta.

 

Dal 2018, per delibera dell’ARERA, le aliquote Asos e Arim vengono applicate a tutte le tipologie di contratto di fornitura dell’energia elettrica, con modalità differenti a seconda dell’utenza. Ma a cosa servono, nello specifico? Sono le due voci di spesa finalizzate a coprire gli oneri generali di sistema; in particolare:

  • l’Asos riguarda gli “oneri generali relativi al sostegno delle energie rinnovabili ed alla cogenerazione”;
  • l’Arim consiste nei rimanenti oneri relativi ad attività di interesse generale.

 

I valori delle componenti ASos e ARim vengono aggiornati su base trimestrale dall’ARERA, che pubblica le tabelle di riferimento sul proprio sito. Come detto, questi costi fissi vengono applicati in modo diverso in base al tipo di fornitura; per le utenze domestiche, in particolare, vengono fatturate:

  • una quota energia Asos, a cui si aggiunge una quota fissa per gli utenti non residenti;
  • una quota energia Arim.

 

Dal 1° gennaio 2018, gli oneri generali di sistema includono anche due componenti perequative:

  • UC3, “a copertura degli squilibri dei sistemi di perequazione dei costi di trasporto dell’energia elettrica sulle reti di trasmissione e di distribuzione, nonché dei meccanismi di integrazione”;
  • UC6, “a copertura dei costi riconosciuti derivanti da recuperi di qualità del servizio”.

 

Gli altri costi fissi in bolletta sono:

  • l’IVA: per le utenze domestiche è prevista un’aliquota del 10%, che viene applicata sull’importo imponibile, dato dalla somma delle spese per quota energia, quota fissa, e accisa sull’energia elettrica;
  • il canone televisivo. L’imposta viene addebitata direttamente in bolletta nel caso in cui il titolare dell’utenza dell’energia elettrica abbia un apparecchio televisivo in casa e non abbia diritto all’esenzione. L’importo da versare su base annua (corrispondente a 90 euro) viene suddiviso in 10 rate mensili e fatturato da gennaio a ottobre assieme agli altri importi.

Come calcolare i costi fissi.

Per determinare l’ammontare dei costi fissi fatturati in bolletta è piuttosto semplice: allo scopo, è sufficiente separare la spesa per la materia energia dagli altri importi. Prendiamo, ad esempio, una bolletta strutturata come segue:

  • spesa per la materia energia: 100 euro;
  • trasporto e gestione del contatore: 25 euro;
  • oneri generali e di sistema: 25 euro;
  • totale imposte e IVA: 20 euro;
  • totale da pagare: 170 euro.

 

Per calcolare la quota fissa di spesa basta sommare gli importi delle voci “trasporto e gestione del contatore” e “oneri generali di sistema. Nel nostro esempio, ammontano entrambi a 25 euro; di conseguenza, i costi fissi da sostenere per la fornitura corrispondono a 50 euro. 

Nel calcolo non va inclusa la voce “totale imposte e IVA”. Il motivo è semplice: sotto la voce ‘imposte’ è compresa l’accisa sull’energia elettrica che, per definizione, è un’imposta sul consumo (pari a 0,0227 euro per kWh) e quindi non si può considerare un costo ‘fisso’ in senso assoluto.

Il metodo di calcolo non cambia se all’utenza dell’energia elettrica è associato il canone televisivo; in tal caso, consideriamo una bolletta luce bimestrale in cui siano fatturati i seguenti importi:

  • spesa per la materia energia: 120 euro;
  • trasporto e gestione del contatore: 28 euro;
  • oneri generali e di sistema: 27 euro;
  • totale imposte e IVA: 42 euro;
  • canone di abbonamento televisivo: 18 euro (se con bolletta bimestrale), 9 euro (con bolletta mensile);
  • totale da pagare: 232 euro.

 

Il totale dei costi fissi si ottiene sommando i costi di trasporto e gestione, gli oneri generali e di sistema e le rate del canone TV; nel nostro esempio si ottiene un totale di 73 euro.

Come ammortizzare i costi fissi.

Non essendo legati al consumo effettivo, i costi fissi non possono essere ammortizzati direttamente; per risparmiare, quindi, è consigliabile scegliere un modello di fornitura conveniente nonché adatto alle proprie esigenze di consumo. In tal senso, le offerte a prezzo variabile possono presentare più di un’incognita, dal momento che la quota ‘fissa’ tende ad essere soggetta ad incrementi da parte del fornitore.

L’offerta di Reset Energia, invece, offre maggiore trasparenza sui costi da sostenere, grazie all’applicazione di un canone mensile fisso rispetto alla fascia di consumo scelta dall’utente. In aggiunta, anche eventuali consumi eccedenti verranno fatturati ad un prezzo fisso, che include oneri di trasporto e gestione del contatore, oneri generali di sistema, imposte e IVA. Di conseguenza, limitando gli sprechi e razionalizzando i consumi, il modello di fornitura di Reset consente di ottenere vantaggi concreti in bolletta.

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Domande frequenti sulla bolletta

La bolletta luce è il documento mediante il quale il fornitore di energia elettrica comunica gli oneri economici a carico dell’utente e, contestualmente, il termine ultimo per corrispondere all’azienda quanto dovuto. Rappresenta a tutti gli effetti il resoconto dei consumi energetici e delle spese sostenute per usufruire della fornitura. Si tratta, quindi, di un documento importante, poiché riporta le varie voci di spesa addebitate all’intestatario dell’utenza e non solo; per questo è importante saper leggere la bolletta elettrica correttamente e conoscere il significato di tutte le informazioni riportate al suo interno.

Quello che viene comunemente indicato come “canone RAI” è, in realtà, un’imposta introdotta negli anni Trenta, destinata solo in parte a finanziare il servizio radiotelevisivo pubblico. Nel nostro approfondimento, vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito, dalle modalità di pagamento alle esenzioni previste dalla normativa vigente.

Sono le voci di spesa inserite in bolletta che non dipendono direttamente dal consumo di energia elettrica; sono riportate all’interno del cosiddetto “scontrino dell’energia”, ovvero il prospetto con cui i fornitori riportano gli importi fatturati al cliente.