Il decoder è un dispositivo che consente la ricezione del segnale televisivo, rendendolo fruibile anche attraverso televisori che non supportano i più recenti standard di trasmissione. In occasione del primo passaggio al ‘digitale terrestre’ – la nuova tecnologia di diffusione del segnale televisivo – i decoder erano un accessorio indispensabile. La loro diffusione si è progressivamente ridotta in coincidenza della comparsa delle cosiddette ‘smart TV’, in grado di connettersi al Wi-Fi e di ricevere il segnale satellitare senza l’ausilio di altre periferiche esterne. Restano comunque un accessorio particolarmente utile per sfruttare televisori più o meno datati che, senza decoder, non sarebbero in grado di recepire correttamente il segnale delle trasmissioni TV.
Poiché utilizzano una fonte di alimentazione esterna, la corrente elettrica, i decoder sono dispositivi elettronici a tutti gli effetti; pertanto, rientrano nel novero dei prodotti il cui utilizzo accresce il consumo di energia elettrica. Vediamo, di seguito, quale può essere l’impatto – anche in termini economici – prodotto dall’utilizzo di un decoder TV.
Il ‘digitale terrestre’: lo standard tecnologico di riferimento.
A partire dal 28 agosto del 2024, è iniziato il processo di transizione verso un nuovo standard tecnologico di trasmissione, denominato DVB-T2. “Questa nuova tecnologia” – si legge sul sito ufficiale del Ministero delle Imprese – “migliorerà l’esperienza televisiva degli spettatori grazie alla qualità superiore dell’immagine e alla fruizione di un numero potenzialmente sempre più alto di canali ad alta definizione”. Inoltre, spiega il dicastero, antenne e impianti in grado di recepire lo standard precedentemente utilizzato (DVB-T) sono idonei anche alla ricezione del segnale in formato DVB-T2.
Di contro, gli apparecchi televisivi acquistati prima del 22 dicembre 2018 non supportano il nuovo standard; pertanto vanno sostituiti oppure dotati di decoder. Se non si è a conoscenza della data di acquisto del proprio televisore, è possibile verificare personalmente la compatibilità tecnologica, consultando il manuale di istruzione oppure la scheda tecnica dell’apparato: se è presente l’indicazione DVB-T2 assieme alla sigla HEVC (lo standard per la codifica video), vuol dire che non è necessario installare un decoder. È possibile effettuare anche un test direttamente sulla TV, visualizzando il canale 200 oppure uno dei seguenti: 501 (Rai 1 HD), 502 (Rai 2 HD), 503 (Rai 3 HD), 54 (Rai Storia HD), 202 (Rai Radio 2 Visual HD). Se visualizzati correttamente, l’apparecchio supporta il nuovo standard.
Come funziona un decoder?
In estrema sintesi, un decoder TV svolge una funzione molto semplice: riceve il segnale televisivo proveniente dal satellite, lo decodifica (da cui il nome, decoder) e lo invia all’apparecchio televisivo, in un formato audio-video che il dispositivo di ricezione (la TV) sia in grado di riprodurre con la stessa qualità e definizione.
Pertanto, va installato ‘a metà strada’ tra l’antenna e la TV; oltre ad essere collegato ad una fonte di alimentazione (la rete elettrica domestica), il decoder va connesso anche all’antenna, ossia alla sorgente del segnale televisivo, e al televisore, tramite un cavo HDMI.
I decoder SKY.
Per diverso tempo, i decoder servivano principalmente a consentire la visione dei canali satellitari a pagamento (pay-TV); progressivamente, molti di questi canali sono entrati a far parte del bouquet delle piattaforme online di streaming e on-demand, diventando così accessibili tramite una semplice smart TV connessa alla rete Wi-Fi di casa.
Rappresentano una (parziale) eccezione i decoder SKY di nuova generazione, poiché consentono sia di fruire di funzionalità specifiche (la pausa e la registrazione delle trasmissioni televisive dei canali dell’emittente) sia di ricevere i canali del digitale terrestre, collegando il cavo d’antenna satellitare. Alcuni modelli, invece, servono anche a ‘replicare’ la ricezione dei canali SKY su un apparecchio TV diverso da quello principale.
Quanto consuma un decoder TV? Come effettuare il calcolo.
Al netto dei fattori che possono influenzare il consumo effettivo, una stima di massima dei consumi di un decoder TV si può effettuare a partire dalle indicazioni relative all’assorbimento di potenza. Di solito, in corrispondenza del jack d’ingresso del cavo di alimentazione, sono riportati i dati in corrente continua (rappresentata da una linea continua e tre linee tratteggiate più corte) in Volt (V) e Ampere (A). Basta moltiplicare tra loro i due valori, per ottenere il corrispettivo in Watt (W). Lo stesso dicasi se il voltaggio (V) e l’amperaggio (A) sono indicati in corrente alternata (simboleggiata da una specie di onda).
Prendiamo, ad esempio, un decoder che ha una potenza in ingresso (power input) così descritta: 12 V – 1,5 A. Il risultato è 18 W, ovvero la potenza massima assorbita dal dispositivo. Se, invece, i dati sono, rispettivamente, 18 V e 2,5 A, ne deriva un assorbimento pari a 45 W; in corrente alternata, invece, un’indicazione verosimile è espressa con voltaggio maggiore e amperaggio minore. Esempio: 230 V e 0.2 A, per un totale di 46 W.
Avendo desunto il dato in Watt, possiamo calcolare il consumo orario. Consideriamo, a titolo di esempio, un dispositivo da 45 W. Per ogni ora (1 h) che il decoder resta in funzione ‘attivamente’ consuma 45 Wh (wattora). Per i periodi di mancato utilizzo, ossia quando resta in stand-by, vanno messi in conto consumi ‘passivi’ di pochi Wh.
Ipotizziamo quindi un funzionamento del decoder di questo tipo:
- 3 ore per la visione dei canali televisivi; il consumo sarà quindi dato da: 45 W x 3h = 135 Wh;
- 21 ore in stand-by (collegato all’alimentazione elettrica ma con la TV spenta); ipotizziamo un assorbimento minimo di 2 W, che determinano un consumo di 42 Wh.
Il totale è 177 Wh al giorno. Poiché 1000 W equivalgono a 1 kWh, il risultato si può riscrivere come 0,177 kWh. Moltiplicando il dato per 30 (i giorni di un mese medio), si ottiene un dispendio energetico di 5,31 kWh mensili; applicando una tariffa unitaria pari a 0,30 euro/kWh, ne deriva un costo mensile di quasi 1,60 euro (poco meno di 20 euro all’anno).
Cosa influenza consumi e costi e i metodi per risparmiare.
La quantità di energia assorbita da un decoder dipende da tanti fattori diversi che si intersecano in funzione dell’utilizzo ‘reale’ del dispositivo. A incidere maggiormente sono sicuramente le ore di attivazione, dovute alla visione dei canali TV, insieme alle specifiche tecniche del decoder (le soglie di assorbimento massimo).
Al contempo, non mancano le ‘strategie’ per ridurre i consumi; su tutte, spegnere il decoder quando non si è in casa o di notte, così da limitare l’assorbimento passivo. Inoltre, è generalmente preferibile scegliere modelli efficienti, a basso consumo, e con caratteristiche pienamente compatibili con il proprio televisore. Infine, è consigliabile, qualora siano disponibili, sfruttare le modalità per il risparmio energetico presenti tra le opzioni di impostazioni del sistema o in quelle relative all’alimentazione del dispositivo.