Quanto consuma un ferro da stiro.

Il ferro da stiro è tra gli elettrodomestici più comuni e utilizzati in ambito domestico; in commercio sono disponibili tanti modelli diversi, alcuni pratici e compatti, altri più grandi e potenti. Al pari di qualsiasi altro dispositivo alimentato a corrente elettrica, ha un impatto variabile sui consumi e, di riflesso, sui costi in bolletta; nel nostro approfondimento vediamo come ottimizzare il suo utilizzo per limitare il dispendio di energia elettrica.

Come funziona un ferro da stiro?

Il funzionamento di un ferro da stiro domestico è, di base, piuttosto semplice; l’elettrodomestico consente di stirare i capi quasi asciutti, meglio se ancora leggermente umidi, utilizzando una piastra calda (in alluminio o in ceramica). Nella maggior parte dei casi, la stiratura viene agevolata dall’emissione di svariati getti di vapore caldo, prodotto da una caldaia che può essere esterna o interna al ferro stesso. Il calore per riscaldare la piastra e produrre il vapore viene generato mediante un resistore, ossia un elemento fatto di materiale con capacità conduttive che si surriscalda quando viene attraversato dalla corrente elettrica.

Quasi tutti i moderni ferri da stiro sono dotati di varie funzionalità, che consentono di modulare la temperatura della piastra e del getto di vapore a seconda del tessuto da stirare. Inoltre, i modelli più sofisticati e ‘performanti’ presentano funzioni accessorie come, ad esempio, l’auto-pulizia e trattamenti per evitare l’accumulo di calcare nel circuito dell’acqua.

I principali tipi di ferri da stiro: quali sono e come funzionano.

Come accennato, non tutti i ferri da stiro sono uguali; il funzionamento di base resta lo stesso ma possono variare dimensioni e funzionalità. In particolare, i modelli più comuni sono:

  • ferri da stiro con caldaia esterna ad alta pressione; l’apparato è costituito da un serbatoio contenente l’acqua, collegato con un tubicino flessibile che convoglia verso la parte bassa del ferro il vapore ad alta pressione. Adatto soprattutto ad utilizzi prolungati ed intensivi (nuclei familiari numerosi);
  • ferri da stiro a vapore; sono i classici elettrodomestici dall’utilizzo immediato. Presentano una ‘caldaia’ interna a tenuta stagna dalla capacità limitata, grazie alla quale producono vapore caldo: ideali per stirature veloci o utilizzi saltuari;
  • stiratrici verticali (garment steamer); non hanno una piastra liscia e non si usano su piani orizzontali o assi da stiro. Adatti soprattutto a stirature di ‘ritocco’, per eliminare piccole pieghe e stropicciature, sono estremamente pratiche e semplici da usare

Fattori che incidono sul consumo ferro da stiro: quali sono.

Il consumo di energia elettrica da parte del ferro da stiro dipende da una serie di fattori spesso connessi tra loro; nello specifico, contribuiscono al dispendio energetico dell’elettrodomestico:

  • la potenza massima; i modelli più ‘prestanti’ sono contraddistinti da una potenza maggiore che, a parità di utilizzo, determina un consumo di energia elettrica superiore;
  • la frequenza di utilizzo; come si può facilmente intuire, se usato molto di frequente, il ferro da stiro tende a consumare una maggior quantità di energia elettrica;
  • la capacità della caldaia; i modelli con caldaia esterna hanno una capacità notevole (con più acqua a disposizione, possono produrre più vapore). Di contro, scaldarla tutta e trasformarla in vapore comporta un dispendio di energia elettrica superiore a quello che caratterizza i ferri da stiro più compatti con caldaia integrata;
  • le modalità di utilizzo; la maggioranza dei modelli in commercio è dotata di modalità di esercizio a basso consumo (‘Eco’). Preferire questa opzione a funzionalità più dispendiose dal punto di vista energetico (come, ad esempio, getti di vapore più caldi e potenti) consente di ridurre i consumi;
  • le abitudini di stiratura; al netto della frequenza, conta anche quali e quanti capi vengono solitamente destinati alla stiratura. Per alcuni indumenti (polo, t-shirt, camicie) si tratta di un passaggio al quale è difficile rinunciare mentre federe, lenzuola, asciugamani e biancheria intima possono essere riposti anche senza essere stirati.

Come calcolare il consumo di energia elettrica: un esempio pratico.

Poiché i ferri da stiro non rientrano tra gli elettrodomestici che devono essere contrassegnati dall’etichetta energetica, per effettuare una stima approssimativa dei consumi è possibile far riferimento ad alcuni dati forniti dal produttore, in particolare quello relativo alla potenza massima. In genere, in ferro da stiro sviluppa una potenza massima che oscilla tra 1000 W e 3000 W (1-3 kW), a seconda delle specifiche tecniche e della modalità di funzionamento.

Per sviluppare un esempio concreto, ipotizziamo che un singolo utilizzo duri all’incirca 30 minuti e che ogni settimana il ferro da stiro venga utilizzato tre volte (ovvero 12 volte in un mese). Pertanto, il consumo di energia elettrica per singolo utilizzo alla massima potenza va da un minimo di 0,5 kWh ad un massimo di 1,5 kWh; moltiplicando per 3 utilizzi a settimana per quattro settimane, si ricava un consumo medio mensile che si attesta tra 6 kWh e 18 kWh. Applicando un costo unitario della componente energia pari a 0,30 euro/kWh, il costo mensile va da un minimo di 1,8 euro ad un massimo di 5,4 euro. La spesa, proiettata su base annuale, oscilla quindi tra 21,60 euro e 64,80 euro.

Consigli per risparmiare sui consumi del ferro da stiro.

Per ottimizzare l’impiego del ferro da stiro, a prescindere dalle specifiche tecniche dell’elettrodomestico, è possibile mettere in pratica una serie di accorgimenti semplici ed efficaci:

  • utilizzare il ferro da stiro solo quando strettamente necessario, ossia con capi quali camicie, t-shirt, polo e pantaloni;
  • regolare la temperatura in base alla composizione del tessuto; i ferri da stiro consentono di impostare la temperatura massimadella piastra e del vapore in base alla composizione del tessuto. In caso di fibre miste, è bene impostare la temperatura per la fibra che richiede meno calore;
  • stirare prima i capi che richiedono basse temperature; il motivo è semplice ed è di natura strettamente tecnica: i ferri da stiro si riscaldano molto più velocemente di quanto si raffreddino. Pertanto, stirando prima i tessuti che richiedono un minor riscaldamento del ferro, si ottimizza l’energia necessaria a raggiungere la temperatura più alta;
  • utilizzare la modalità ‘eco’ (se disponibile) e, in generale, evitare quelle che incrementano la temperatura e la portata del getto di vapore, in quanto richiedono maggior energia elettrica;
  • scegliere il modello più adatto alle proprie esigenze ed abitudini. Come detto, esistono diversi tipi di ferro da stiro, ciascuno con caratteristiche tecniche e ‘prestazionali’ ben precise. I modelli con caldaia esterna, specie se particolarmente capiente, si addicono soprattutto a famiglie numerose in cui c’è bisogno di stirare regolarmente tanti capi. Per single e coppie, invece, può essere sufficiente un ferro compatto senza caldaia esterna o, al limite, una stiratrice verticale a vapore.
Ancora non sei un cliente Reset?

Siamo il fornitore di energia più seguito d’Italia con oltre 250.000 follower: passa a Reset, entra nella community.

Sommario