La lavatrice è uno dei ‘grandi’ elettrodomestici più diffusi e utilizzati in ambito domestico; in commercio ne esistono numerosi modelli, che differiscono tanto per dimensioni e capacità quanto per funzionalità e modalità di utilizzo. Al contempo, essendo tendenzialmente impiegata in maniera regolare o comunque molto frequente, una lavatrice può consumare molta energia elettrica e, di conseguenza, incidere notevolmente sulle spese energetiche. Ragion per cui, è bene mettere in pratica alcuni semplici accorgimenti, in relazione ai vari fattori che influiscono sui consumi e sui costi dell’energia, per ottimizzare l’utilizzo di questo elettrodomestico ormai indispensabile. Nel nostro approfondimento, vediamo tutto quanto c’è da sapere in merito.
Come funziona una lavatrice domestica.
L’elettrodomestico comunemente indicato come ‘lavatrice’ è, in realtà, una macchina lavabiancheria, la cui funzione è quella di lavare capi di biancheria (lenzuola, asciugamani e simili) e buona parte degli indumenti che indossiamo di solito. Come vedremo meglio in seguito, non tutti i capi possono essere lavati in lavatrice, nonostante esistano numerosi programmi specifici per trattare varie tipologie di tessuti.
Dal punto di vista tecnico, una tradizionale lavabiancheria domestica effettua un lavaggio ad acqua, mediante un sistema alimentato ad energia elettrica. Il ciclo di funzionamento è piuttosto semplice: dopo aver caricato il cestello con il bucato e aggiunto i prodotti detergenti nell’apposito cestello, è sufficiente selezionare un programma di lavaggio o impostare i parametri specifici (temperatura, centrifuga etc.) e avviare la lavatrice. Cosa succede una volta avviata la lavatrice? Per prima cosa, l’acqua – attinta dalla l’impianto idrico domestico mediante un apposito rubinetto di allaccio – viene riversata nel cassetto dei detergenti mescolandosi al sapone e, attraverso una valvola, raggiunge il ‘tamburo’ (il contenitore a tenuta stagna in cui è posizionato il cestello).
Quando c’è abbastanza acqua nel tamburo, si chiude la valvola di aspirazione dell’acqua e il cestello inizia a ruotare grazie ad un motorino elettrico o ad un sistema a cinghia; nelle lavatrici moderne con sportello frontale, ruota secondo diversi pattern di movimento e a velocità variabili in base alle fasi del programma di lavaggio, per trattare il bucato in maniera più efficace. I modelli a carica dall’alto, invece, hanno un elemento centrale (un agitatore) che assolve una funzione analoga, in quanto fa sì che i capi si muovano in più direzioni durante il lavaggio. Il mix di acqua e sapone raggiunge la temperatura prevista dal programma di lavaggio grazie ad un elemento riscaldante posto in corrispondenza della parte bassa del cestello. Terminato il ciclo di lavaggio, il cestello smette di ruotare, l’acqua passa attraverso un filtro e poi viene spinta in uno scarico da una pompa.
Consumo lavatrice: da cosa dipende.
Sono numerosi i fattori che determinano il consumo di energia elettrica da parte di una lavabiancheria domestica. Alcuni sono di natura tecnica, altri riguardano le modalità di utilizzo; in particolare, per comprendere quanto consuma una lavatrice occorre prendere in considerazione:
- la temperatura di lavaggio; secondo uno studio (“Electricity and water consumption for laundry washing by washing machine worldwide”) condotto da due ricercatori tedeschi*, il consumo di energia elettrica da parte delle lavatrici “dipende principalmente dalla temperatura media di lavaggio”; questo aspetto, sottolineano gli autori, è a sua volta influenzato dalle specifiche tecniche del macchinario e, più in generale, dalle diverse abitudini culturali;
- la classe di efficienza energetica; come si può facilmente intuire, le lavatrici di classe più alta (A, B o C) sono più efficienti rispetto ai modelli contrassegnati da una classe inferiore (E, F, o G);
- la frequenza di utilizzo; lavaggi frequenti, sia su base settimanale che mensile, contribuiscono ad aumentare il consumo medio di energia, a prescindere dal programma utilizzato;
- le specifiche del ciclo di lavaggio; la maggior parte delle moderne lavatrici offre la possibilità di scegliere tra tanti programmi di diversi e di impostare singolarmente varie funzionalità. In linea di principio, i cicli a temperature più alte consumano di più, così come i programmi più lunghi. Uno studio condotto dall’Università di Delft nel 2023** ha evidenziato come i programmi brevi utilizzano solo il 70% dell’energia elettrica, consentendo così di risparmiare ancor di più rispetto ai cosiddetti programmi ‘Eco’; in aggiunta, sottolineano gli autori, “i programmi brevi a bassa temperatura sono tra le impostazioni di lavaggio più efficienti dal punto di vista energetico” malgrado sia opinione comune che “20° siano troppo pochi per garantire un bucato pulito”;
- la capacità di carico; le lavabiancheria si differenziano per la capacità (espressa in kg), ovvero per la quantità massima di bucato che può contenere il cestello. I modelli più capienti hanno bisogno di più energia, sia per far ruotare un tamburo più grande sia per scaldare maggiori quantità di acqua, rispetto alle lavatrici di dimensioni medie o piccole;
- le opzioni ‘extra lavaggio’; alcune lavatrici consentono di effettuare un prelavaggio oppure presentano una funzione integrata per asciugare il bucato. Entrambe le opzioni richiedono un dispendio di energia elettrica aggiuntivo rispetto a quello necessario per il solo lavaggio;
- la numerosità del nucleo familiare; per quanto possa sembrare banale, una famiglia numerosa ‘produce’ più bucato da lavare e, di riflesso, deve fare in media più lavaggi, consumando più energia.
Come calcolare i consumi di una lavatrice.
Le lavabiancheria rientrano tra gli elettrodomestici che, per legge, devono recare l’etichetta energetica. A differenza di quella dei frigoriferi, però, non riporta il consumo annuo ma soltanto quanto consuma una lavatrice a 40 gradi (più precisamente, l’indicazione riguarda “il consumo ponderato di energia per 100 cicli del programma eco 40-60, in kWh”). Il dato è riportato subito sotto la scala di efficienza energetica; è possibile reperire anche il consumo per singolo ciclo all’interno del manuale di uso e manutenzione della lavatrice.
L’etichetta riporta, nella sezione in basso, anche la durata e la capacità nominale del programma “eco 40-60”, oltre alla classe di efficienza della centrifuga, su una scala da A a G (rappresentata dall’icona di una maglietta strizzata stilizzata).
Ma come utilizzare questi dati per stimare i consumi della propria lavatrice? Allo scopo, si possono prendere in considerazione alcuni dati riportati dallo studio “Electricity and water consumption for laundry washing by washing machine worldwide”, secondo il quale in Italia ogni famiglia effettua in media 165 lavaggi all’anno, consumando 1,05 kWh per lavaggio; di conseguenza, il consumo annuo di energia elettrica della lavatrice è di poco superiore a 173 kWh. Ipotizzando un costo unitario dell’energia di 0,30 euro/kWh, si hanno quasi 52 euro all’anno di spesa energetica per la lavatrice (ovvero poco più di 4 euro al mese). Naturalmente si tratta di una stima molto generica; i costi possono variare sensibilmente in funzione di tutti i fattori che incidono concretamente sul consumo di energia elettrica della lavabiancheria.
Proviamo quindi a fare un esempio leggermente più complesso; ipotizziamo una famiglia di quattro persone con una media di 4 lavaggi a settimana utilizzando una lavatrice da 7 kg di classe energetica D che consuma 0,65 kWh per ogni ciclo ‘eco 40-60’. Moltiplicando il consumo singolo (0,65 kWh) per 16 (4 lavaggi a settimana per 4 settimane), si ottiene un consumo mensile di 10,4 kWh. Il dato va poi moltiplicato per il costo unitario della componente energia applicato dal fornitore; ipotizziamo di nuovo 0,30 euro/kWh. Il totale è di poco più di 3 euro al mese e di circa 37 euro all’anno.
Quando fare la lavatrice per risparmiare.
Gli utenti domestici con contratto di fornitura a tariffa multioraria possono risparmiare sull’energia elettrica consumata dalla lavatrice in base all’orario di utilizzo. La tariffazione multioraria, infatti, si basa sulle fasce orarie individuate dall’ARERA, ovvero:
- F1 (ore di punta): da lunedì a venerdì dalle 8.00 alle 19.00, escluse le festività nazionali;
- F2 (ore intermedie): da lunedì a venerdì dalle 7.00 alle 8.00 e dalle 19.00 alle 23.00, escluse le festività nazionali; sabato, dalle 7.00 alle 23.00, escluse le festività nazionali;
- F3 (ore fuori punta): da lunedì a sabato dalle 00.00 alle 7.00 e dalle 23.00 alle 24.00 oltre a domenica e festivi, tutte le ore della giornata.
Tendenzialmente, il costo applicato all’energia elettrica consumata in Fascia 3 è il più basso mentre la tariffazione in Fascia 2 è più elevata. Il prezzo applicato dal fornitore dipende, naturalmente, dall’andamento dell’indice di riferimento (PUN Index GME); per esempio, a marzo 2025, i prezzi medi di acquisto della componente energia*** comunicati dal GME sono stati:
- 121, 68 €/MWh in F1;
- 134, 86 €/MWh in F2;
- 111,65 €/MWh in F3.
Numeri alla mano, l’energia elettrica costa meno quando utilizzata negli orari in Fascia 3, ovvero dalle 11 di sera alle 7 del mattino seguente; pertanto, sono anche gli orari migliori per utilizzare la lavatrice al fine di ridurre i costi energetici. Al contempo, non tutti hanno la possibilità di sfruttare le ore serali e notturne per fare il bucato; spesso infatti i regolamenti condominiali limitano l’utilizzo della lavatrice oltre certi orari durante la settimana, per evitare di disturbare gli inquilini. In tal caso, è consigliabile effettuare i lavaggi di domenica, l’unico giorno incluso interamente in Fascia 3. In alternativa, è consigliabile optare per la Fascia 1 che, da un lato, presenta prezzi più alti ma, al contempo, offre maggiore flessibilità.
Come ridurre i consumi della lavatrice: alcuni consigli utili.
A prescindere dal tipo di tariffazione del proprio contratto di fornitura, vi sono diversi modi per ridurre il dispendio energetico della lavabiancheria. In generale, si tratta soprattutto di accorgimenti dettati dal buon senso per un utilizzo razionale dell’elettrodomestico; in sintesi, ecco cosa fare e cosa evitare:
- optare per lavaggi a bassa temperatura; generalmente, le istruzioni di lavaggio della maggior parte dei capi in cotone o in fibre miste o sintetiche riportano una temperatura consigliata tra 30° e 40° ma può bastare anche un ciclo rapido a 20° se gli indumenti non sono particolarmente sporchi. Inoltre, come spiega l’ENEA, per cicli a temperature molto alte, come quelli a 90° “si deve considerare un consumo energetico e un relativo costo superiori, quasi il doppio del ciclo a 60°” mentre “il consumo di energia e quindi il costo si riduce ulteriormente per un ciclo a 40°C o a temperatura inferiore”;
- caricare il cestello correttamente; da un lato, è consigliabile non effettuare cicli di lavaggio completi per pochi capi ma, dall’altro, sovraccaricare il cestello può essere altrettanto controproducente. Molte lavatrici, infatti, calibrano la durata del programma a seconda della quantità di bucato, per cui a pieno carico lavorano più a lungo consumando più energia;
- evitare il prelavaggio; i capi che presentano tracce di sporco ostinato o aloni persistenti possono essere trattati prima a mano con detergenti appositi e poi lavati in lavatrice. L’opzione prelavaggio contribuisce ad aumentare l’impiego di energia elettrica da parte del motore del cestello e del circuito di riscaldamento dell’acqua;
- pulire regolarmente il filtro dello scarico; una buona manutenzione ordinaria consente di preservare il livello di efficienza della lavatrice, evitando sovraccarichi e assorbimenti anomali di potenza. La pulizia del filtro è una delle operazioni da effettuare con maggior frequenza, dal momento che i residui di sapone e altre scorie (soprattutto le fibre rilasciate dai tessuti) possono ostruire il canale di passaggio dell’acqua di scarico;
- non usare la funzione asciugatrice (se presente); alcuni modelli di lavabiancheria sono delle vere e proprie ‘lavasciuga’, in quanto dotate di funzione asciugatrice. Per risparmiare energia, specie se si ha la possibilità di stendere il bucato al sole e all’aria aperta, è bene evitare il ciclo di asciugatura, per il quale l’elettrodomestico deve impegnare ulteriore energia;
- evitare il lavaggio, quando possibile; non tutto va necessariamente e regolarmente lavato in lavatrice anche se esistono programmi specifici per praticamente ogni tipo di tessuto. Un ottimo esempio è quello dei capi in lana: anche i filati migliori tendono a rovinarsi e troppi lavaggi possono far infeltrire il tessuto. Per questo, sia per evitare di rovinare una fibra tendenzialmente molto delicata sia per ridurre il numero dei lavaggi, il consiglio è di lasciarli a prendere aria su uno stendino all’aperto, meglio se non direttamente al sole. Piccole macchie e aloni possono essere trattati localmente con detergenti delicati specifici per la lana. Ciò vale soprattutto per maglioncini, cardigan e pullover (100% lana o in fibra mista con una buona percentuale di lana). Pantaloni e altri capi (giacche e soprabiti) vanno lavati a secco; pertanto, se necessario, meglio portarli in lavanderia mentre se non sono macchiati e non hanno un cattivo odore, basta lasciarli arieggiare all’aperto su uno stendino.
Altri consigli.
Come per qualsiasi altro elettrodomestico, anche per la lavatrice vale un consiglio di base fondamentale: per risparmiare è bene acquistare un modello ad alta efficienza energetica, preferibilmente di classe A, B o C.
FONTI
**https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S266678432200050X#sec3.3
***https://www.mercatoelettrico.org/Portals/0/Documents/it-IT/20250403PrezzomedioperfasceMarzo2025.pdf