Quanto consuma un bollitore elettrico.

Pratico e versatile, il bollitore elettrico è un piccolo elettrodomestico che consente di avere a portata di mano, e in breve tempo, acqua tiepida o calda per la preparazione di tisane, infusi, bevande istantanee o altri utilizzi. Solitamente è alimentato a corrente elettrica tramite un cavo, ed è molto utile per chi non vuole utilizzare i fornelli a gas per scaldare piccole quantità di acqua. Allo stesso tempo, essendo un elettrodomestico, ogni qualvolta viene utilizzato contribuisce, in misura variabile, al consumo di energia elettrica e, di riflesso, all’ammontare dei costi in bolletta. È bene chiedersi, quindi, quanto consuma un bollitore elettrico? Nel nostro approfondimento, proviamo a rispondere a questa domanda e vediamo quali tecniche consentono di risparmiare utilizzando il bollitore elettrico al meglio.

Come funziona un bollitore elettrico?

Al netto delle differenze estetiche, un normale bollitore elettrico per uso domestico presenta un meccanismo di funzionamento molto semplice. L’acqua contenuta nella caraffa viene scaldata grazie ad appositi resistori, un elemento fatto di materiale in grado di condurre la corrente elettrica che si surriscalda per effetto di una parziale ostruzione allo scorrimento della stessa (secondo il principio della ‘resistenza elettrica’). I resistori sono collocati generalmente alla base del contenitore oppure lungo le pareti e iniziano a scaldarsi non appena il bollitore viene collegato alla fonte di alimentazione. Il calore così prodotto viene trasferito progressivamente all’acqua presente all’interno della caraffa; grazie ad un termostato, quando raggiunge la temperatura desiderata, il bollitore si spegne automaticamente.

La maggior parte dei bollitori moderni è dotata di questa funzionalità, che risulta particolarmente utile per evitare gli sprechi di energia e ottimizzare il funzionamento dell’elettrodomestico.

Consumo bollitore elettrico: come calcolarlo.

Una delle caratteristiche che differenzia maggiormente i bollitori elettrici in commercio è la potenza, ossia l’energia assorbita dal sistema di riscaldamento quando l’elettrodomestico è in funzione. I modelli più capienti presentano potenze comprese tra 2000 W e 3000 W mentre quelli di dimensioni più compatte si collocano in un range compreso tra 1000 W e 1500 W. Questo dato è di fondamentale importanza per provare ad effettuare una stima dei consumi di energia elettrica prodotti dall’uso di un bollitore; l’altra informazione indispensabile è il tempo medio di utilizzo.

A titolo esemplificativo, consideriamo quindi un bollitore con una potenza media di 2000 W; ipotizziamo che l’elettrodomestico venga utilizzato tutti i giorni per circa due minuti. Di conseguenza, avremo un tempo di utilizzo su base mensile di 60 minuti; in tali condizioni, il bollitore consuma 2000 W all’ora, ossia 2000 Wh, che possiamo trasformare in 2 kWh. Per calcolare qual è il costo di un consumo di questo tipo, è sufficiente moltiplicare il valore ottenuto per il prezzo applicato dal fornitore alla componente energia. Se quest’ultimo corrisponde a 0,30 euro/kWh, si ottiene un costo mensile di 0,60 euro che, su base annua, ammonta a poco più di 7 euro.

Da quali fattori dipendono i consumi? Ecco cosa incide.

Sono diversi gli aspetti che determinano l’effettivo consumo di energia elettrica di un bollitore domestico; tra quelli che tendono ad influenzare maggiormente il rendimento dell’elettrodomestico vi sono:

  • la potenza (massima); i bollitori dotati di una caraffa particolarmente capace (oltre 1,5 litri) sviluppano solitamente potenze più elevate, così da sviluppare sufficiente calore quando il contenitore è completamente pieno. Di conseguenza, anche la quantità di energia impiegata è maggiore;
  • il tempo di utilizzo; il consumo di energia elettrica è proporzionale al tempo in cui il bollitore viene messo in funzione. In altre parole, un utilizzo continuativo determina un maggior dispendio di energia;
  • la quantità di acqua messa a scaldare; il bollitore deve ‘lavorare’ di più se deve riscaldare un volume di acqua maggiore e, di conseguenza, aumenta anche il consumo di energia elettrica;
  • la temperatura di riscaldamento; il bollitore – per definizione – scalda l’acqua fino a 100° ma, a seconda della bevanda o della preparazione, si possono scegliere diverse opzioni di riscaldamento. In generale, per scaldare l’acqua a temperature più alte il bollitore necessita di una quantità maggiore di energia.

Come ridurre i consumi di energia del bollitore elettrico.

I consumi dovuti all’utilizzo del bollitore elettrico, pur non essendo particolarmente elevati, possono essere comunque contenuti. Per rendere più efficienti le prestazioni dell’elettrodomestico, infatti, sono sufficienti alcune accortezze:

  • scegliere il bollitore più adatto alle proprie esigenze. A tal riguardo, occorre prendere in considerazione quali sono le abitudini di utilizzo, quante volte al giorno si fa ricorso ad un bollitore e per quali quantità di acqua. Per un impiego sporadico, meglio optare per modelli piccoli di capacità media (1 litro o meno);
  • non scaldare più acqua del necessario; per una tazza di tè o di tisana, ad esempio, occorrono non più di 300 ml d’acqua. Versare nella caraffa una quantità d’acqua molto superiore a quella necessaria costringe il bollitore a lavorare per più tempo, sprecando energia. Per questo, tutti i modelli di ultima generazione sono dotati di un sistema che permette di dosare con precisione la quantità d’acqua da far scaldare;
  • impostare la temperatura correttamente; non tutte le bevande vanno preparate con acqua bollente: in base alla bevanda, infatti, è possibile regolare la temperatura ideale. Solo il tè nero e gli infusi necessitano di acqua a 100° mentre ne bastano 90° per il caffè solubile o istantaneo. Il tè verde può essere preparato con acqua a 80°; per infusi e alimenti per bambini, la temperatura consigliata è di 40°;
  • non lasciare il bollitore attaccato alla presa; dimenticare il cavo collegato può generare assorbimento passivo che, specie sul lungo periodo, può far incrementare sensibilmente il consumo di energia elettrica;
  • optare per modelli a basso consumo; i bollitori non rientrano tra i prodotti la cui realizzazione è regolamentata dalle norme sulla progettazione ecosostenibile della Commissione Europea. Pertanto, non sono contrassegnati dall’etichetta energetica né devono rispettare parametri specifici relativi alla sostenibilità; al contempo, si possono valutare le specifiche tecniche di un singolo modello per valutare l’impatto sui consumi. Allo scopo, è consigliabile preferire modelli non molto potenti dotati di impostazioni per il risparmio energetico quali lo spegnimento automatico, la regolazione della temperatura di riscaldamento e una funzionalità per tenere l’acqua calda.
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