Stufa a pellet: perché conviene.

Le stufe a pellet rientrano tra le soluzioni per il riscaldamento domestico che possono supplire alla mancanza di un impianto centralizzato; in aggiunta, rappresentano una valida alternativa in contesti che non consentono di installare agevolmente termosifoni o altri sistemi di climatizzazione invernale. Di seguito, vediamo cosa sono, come funzionano e qual è il rendimento dal punto di vista energetico, sia in relazione al consumo di pellet che all’assorbimento di energia elettrica.

Cos’è il pellet?

Il ‘pellet’ è un “biocombustibile densificato in genere di forma cilindrica ottenuto comprimendo della biomassa polverizzata con o senza l’ausilio di agenti leganti di pressatura”. Tale definizione è inclusa nelle Raccomandazioni del CTI Energia e Ambiente; il documento spiega, inoltre, che le diverse tipologie di pellet si caratterizzano per diversi aspetti, quali:

  • la presenza o meno di additivi (agenti leganti);
  • la materia prima utilizzata;
  • il diametro e la lunghezza;
  • il tasso di umidità rispetto al peso;
  • la densità apparente, espressa in kg/m3;
  • il potere calorifico inferiore (PCI).

 

Il pallet può essere prodotto a partire da diversi tipi di ‘biomassa’. Di cosa si tratta? Secondo l’articolo 2 del D. Lgs. 08/11/2021, n. 199, la biomassa è costituita dalla “frazione biodegradabile dei prodotti, rifiuti, sottoprodotti e residui di origine biologica provenienti dall’agricoltura, comprendente sostanze vegetali e animali, dalla silvicoltura e dalle industrie connesse, comprese la pesca e l’acquacoltura, nonché la parte biodegradabile dei rifiuti, compresi i rifiuti industriali e urbani di origine biologica”.

Per il pellet, viene impiegata principalmente biomassa legnosa, ovvero alberi interi, tronchi, residui di selvicoltura, ceppaie, segatura, corteccia o miscugli. A questi si aggiungono il legno usato e gli scarti di falegnameria industriale.

Come funziona una stufa a pellet: principi generali.

Una stufa a pellet è anzitutto un dispositivo alimentato a corrente elettrica che serve ad azionare le varie componenti elettroniche e meccaniche presenti all’interno dell’apparato. La stufa, infatti, è composta – nella sua conformazione essenziale – da:

  • un serbatoio dove versare il combustibile (il pellet);
  • una coclea, detta anche “turbina a vite di Archimede”;
  • un motoriduttore;
  • una camera di combustione;
  • una resistenza elettrica a cartuccia alla base della camera di combustione;
  • un bocchettone per l’espulsione dei fumi dotato di un aspiratore centrifugo;
  • un canale di uscita dell’aria calda.

 

Il funzionamento di una stufa a pellet si può riassumere così:

  • il combustibile viene immesso nel serbatoio;
  • la coclea – governata dal motoriduttore – lo convoglia nella camera di combustione;
  • la resistenza elettrica presente nella cartuccia viene fatta scaldare, fino ad innescare la combustione del pellet;
  • l’aria calda sale verso la griglia d’uscita mentre i fumi della combustione sono convogliati verso l’esterno tramite l’apposito condotto di sfogo.

 

Una stufa a pellet idro funziona allo stesso modo, con una sola differenza: è allacciata alla rete idrica mediante tubature che permettono di riscaldare l’acqua con il calore prodotto dalla combustione del pellet. Di conseguenza, l’apparato è collegato ad almeno un tubo di mandata e uno di ritorno per la circolazione dell’acqua calda destinata al riscaldamento degli ambienti domestici.

Quanto consuma una stufa a pellet? Gli aspetti da considerare.

Quando si parla del consumo stufa a pellet, si può far riferimento a due fattori distinti:

  • l’assorbimento di energia prodotto dalle componenti elettriche;
  • il dispendio di combustibile.

 

A tal riguardo, è bene specificare che le stufe a pellet rientrano nella normativa comunitaria per la progettazione ecocompatibile, a patto che la potenza termica massima sia inferiore o pari a 500 kW. Pertanto, i produttori sono obbligati ad apporre l’etichetta di efficienza energetica e a fornire una serie di specifiche tecniche; la potenza (minima e massima) si riferisce al rendimento termico della stufa ovvero, semplificando, il calore prodotto.

Per calcolare quanta corrente consuma una stufa a pellet occorre fare riferimento al dato relativo alla potenza nominale (o massima), espresso in kW (kilowatt), la stessa unità di misura utilizzata per quantificare la potenza termica.

Consumo elettrico stufa a pellet: come calcolarlo.

Ipotizziamo un range compreso tra un minimo nominale di 80 W ad un massimo di 350 W. Il valore più alto coincide con l’energia assorbita in fase di accensione, che dura non più di 5-10 minuti. La potenza nominale, invece, è quella impegnata dalla stufa durante il periodo di normale esercizio.

Supponiamo che la stufa resti accesa tre ore al giorno; il calcolo è semplice: 80 W x 3 h = 240 Wh. Proiettando il dato su 30 giorni, si ricava un consumo di energia elettrica pari a 7200 Wh, che equivalgono a 7,2 kWh. A questo dato aggiunto quello relativo al consumo prodotto dalla stufa in fase di accensione: ipotizziamo 30 accensioni da 5 minuti l’una, per un totale di 150 minuti al mese (2 ore e mezza). Il calcolo da fare è il seguente: 350 W per 2,5 h = 875 Wh, che possiamo convertire in 0,875 kWh. Sommando i due valori così ottenuti, si ottiene un consumo elettrico complessivo di poco superiore a 8 kWh. Se il prezzo applicato dal proprio fornitore alla componente energia è di 0,30 euro/kWh, l’impatto economico è quantificabile in circa 2,40 euro.

Quanto pellet consuma una stufa?

Per rispondere a questa domanda, occorre consultare le specifiche tecniche fornite dal produttore; in genere, viene indicato un range orientativo i cui estremi si collocano in media tra 0,5 kg e 2,5 kg di combustibile all’ora.

Il consumo di pellet giornaliero, però, dipende da una miriade di variabili differenti, che spaziano dalle ore di accensione alla potenza della stufa, passando dalla qualità del pellet utilizzato (quello di classe A, a basso tasso di umidità e con un ridotto residuo di cenere, ha un potere calorifico maggiore).

Vediamo, ad esempio, quanto consuma una stufa a pellet da 8 kW; poiché solitamente la soglia massima non va oltre 1,5 kg/h di pellet, se resta accesa 4 ore al giorno, brucia non più di 6 kg di combustibile. Un modello più potente, ad esempio da 12 kW, può consumare oltre 8 kg di pellet in una sola giornata di utilizzo. Considerando che un buon pellet ha un prezzo tra i 0,30 euro e i 0,40 euro al kg, la spesa giornaliera per una stufa da 8 kW oscilla tra 1,80 euro e 2,40 euro.

Come ottimizzare i consumi della stufa a pellet.

Al fine di ridurre i consumi (e i costi) derivanti dall’utilizzo di una stufa a pellet è necessario mettere in pratica alcuni accorgimenti:

  • scegliere un modello con una classe di efficienza energetica alta;
  • utilizzare pellet di buona qualità;
  • ottimizzare l’isolamento termico dell’ambiente da riscaldare con la stufa a pellet;
  • curare regolarmente la pulizia e la manutenzione della stufa al fine di mantenere un livello ottimale di funzionalità ed efficienza;
  • non lasciare la stufa accesa quando non è necessario; i modelli più moderni sono dotati di funzionalità che consentono di regolare, tramite un timer, gli orari di accensione e spegnimento;
  • tenere la temperatura tra i 19° e i 21° gradi, utilizzando funzioni ‘Eco’ o di regolazione automatica; in tal modo, la stufa assorbirà meno corrente e il ‘carico’ di pellet durerà più a lungo.
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