Quanto consuma una piastra per capelli.

Il phon non è l’unico elettrodomestico utilizzato per la cura dei capelli; anche in ambito domestico, infatti, gode di una discreta diffusione la cosiddetta ‘piastra’, un accessorio che consente di rendere lisci e uniformi i capelli, soprattutto se crespi, ricci o molto mossi. Questo tipo di prodotto rientra nella stessa categoria degli arricciacapelli ma presenta caratteristiche e modalità di funzionamento ben precise. Naturalmente, la piastra va utilizzata con attenzione, non solo perché trattamenti frequenti possono danneggiare la struttura del capello ma anche in considerazione del possibile dispendio energetico. Nel nostro approfondimento, vediamo come quantificare i consumi legati all’impiego di una piastra per capelli e quali possono essere i costi che ne derivano.

Come funziona la piastra per capelli.

Una piastra per capelli è formata da due ‘bracci’, che si ‘aprono’ e ‘chiudono’ ruotando leggermente attorno allo stesso perno. La parte interna di ciascun braccio è costituita da una piastrina, fatta di ceramica, titanio o tormalina; quando l’elettrodomestico viene messo in funzione, queste si riscaldano, raggiungendo la temperatura desiderata. Molti modelli, infatti, sono dotati di un sistema di regolazione, che permette di rispettare un determinato range in relazione al tipo di capello da trattare. Le piastre vengono scaldate grazie a dei resistori, ossia elementi realizzati in materiale con proprietà conduttive che si surriscaldano quando sono attraversati dalla corrente elettrica (in base al principio della resistenza elettrica).

Per effettuare il trattamento, è necessario distribuire una ciocca di capelli non troppo voluminosa tra le due piastre riscaldanti, per poi modellarla come si preferisce. Ma cosa accade, nello specifico, durante lo styling con la piastra? Il calore generato dalle piastre non fa altro che infrangere i legami idrogeno all’interno della corteccia del capello (lo strato più esterno); di conseguenza, la fibra non è più in grado di mantenere la propria forma originaria e può essere modellata in maniera differente grazie al calore. L’esposizione all’umidità tende a ripristinare la conformazione strutturale originaria del capello.

Quanto consuma una piastra per capelli.

Il parametro di riferimento per stimare i consumi energetici di una piastra per capelli è quello della potenza, espressa in Watt (W). Di solito, oscilla tra i 30 W e i 65 W, ma esistono modelli più potenti che possono raggiungere i 200 W. A questo va abbinato un altro dato, ovvero quello del tempo medio per singolo utilizzo; quest’ultimo dipende, a sua volta, da alcune variabili come la lunghezza e la densità della chioma, oltre allo spessore del capello.

Per provare a fare una stima dei consumi, prendiamo in considerazione una piastra da 45 W utilizzata una volta ogni due settimane per 15 minuti. Ciò vuol dire che il tempo di impiego su base mensile è pari a 30 minuti. Il consumo di energia elettrica, quindi, sarà pari a 22,5 Wh (ovvero 45 W x ½ h). Moltiplicando il dato per 12 mesi, si ricava un consumo corrispondente a 2,7 kWh all’anno. Per ricavare i costi, a questo punto è sufficiente applicare al dato relativo al consumo la tariffa unitaria applicata dal fornitore alla componente energia; ipotizziamo corrisponda a 0,30 euro/kWh, si ottiene la cifra di 0,81 euro.

Da cosa dipendono i consumi della piastra per capelli?

I consumi effettivi di una piastra per capelli possono essere influenzati da diversi aspetti; nello specifico:

  • la temperatura di riscaldamento; le piastre moderne consentono di regolare la temperatura dei corpi riscaldanti scegliendo il range più adatto al tipo di capello da trattare. Di solito, oscillano da un minimo di 140°-180° ad un massimo di 210°/220°. Per non sottoporre il capello ad uno stress termico eccessivo, nonché per consumare più energia del necessario, è consigliabile non utilizzare la piastra ad una temperatura che oscilli attorno ai 180°;
  • la frequenza di utilizzo; com’è facile intuire, più la piastra viene utilizzata, maggiore sarà il dispendio di energia. Per non danneggiare i capelli, è consigliabile non effettuare trattamenti con la piastra per più di una volta a settimana;
  • le modalità di utilizzo; lasciare la piastra calda inutilizzata per diversi minuti contribuisce allo spreco di energia. Molti dei modelli in commercio sono dotati di una funzione di spegnimento automatico dopo 30 minuti di mancato utilizzo ma lunghi intervalli tra un’applicazione e l’altra contribuiscono ad un impiego poco efficiente della piastra;
  • la potenza della piastra; a parità di tempo di impiego, una piastra più potente consuma di più. Poiché le temperature sviluppate sono sostanzialmente le stesse, è consigliabile sceglierne una poco potente;
  • il tipo di chioma; i capelli sottili o danneggiati vanno trattati per pochi secondi e preferibilmente a bassa temperatura mentre quelli ricci o crespi possono reggere temperature più elevate;
  • la lunghezza dei capelli; chiome molto lunghe richiedono fisiologicamente trattamenti dalla durata maggiore che, di riflesso, determinano un maggior consumo di energia elettrica.

Come risparmiare: i consigli per un corretto utilizzo.

Il modo migliore per ottimizzare il consumo di energia di una piastra per capelli è quello di utilizzarla correttamente; ecco alcuni pratici consigli a riguardo:

  • non lasciare che la piastra diventi troppo calda; come detto, la temperatura ottimale per lo styling dei capelli si aggira attorno ai 180°. Temperature superiori, che provocano un maggior assorbimento di energia, andrebbero evitate, o limitate al trattamento di capelli robusti e in ottima salute;
  • usare la piastra non più di 5 secondi per ciocca e non più di due volte sulla stessa ciocca; questo consiglio serve anzitutto a proteggere l’integrità della fibra dei capelli ma può contribuire a massimizzare il rendimento della piastra attraverso un utilizzo ottimale della temperatura;
  • scegliere modelli a bassa potenza; a parità di tempo di utilizzo, una piastra da 45 W o 60 W consuma molto meno di una da 200 W;
  • tenere la piastra pulita e lontano dall’umidità; questo accorgimento contribuirà a preservare la funzionalità ottimale dell’accessorio, evitando sprechi di energia dovuti a malfunzionamenti;
  • usare la piastra solo su capelli ben asciutti; in tal modo, il calore servirà soltanto a modellare la chioma e non a rimuovere parte dell’umidità residua;
  • scegliere modelli con funzionalità di modulazione ‘intelligente’ della temperatura in funzione del tipo di capello e del trattamento da effettuare.
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