L’industria dell’automotive è da tempo stabilmente orientata verso la progressiva elettrificazione dei veicoli destinati alla mobilità pubblica e privata. Sono infatti sempre più diffuse le auto elettriche, ossia dotate di un sistema di propulsione alimentato interamente da energia elettrica. Funzionano grazie ad una o più batterie interne ricaricabili utilizzando apposite ‘colonnine’ (sia pubbliche che domestiche) oppure la rete elettrica di casa. Queste due opzioni, però, presentano differenze significative sia dal punto di vista logistico sia in termini di costo della ricarica; nel nostro approfondimento vediamo tutto quanto c’è da sapere in merito e come ottimizzare le spese di ricarica per la propria auto elettrica.
Cosa si intende per “auto elettrica”: le principali definizioni.
Quello della mobilità elettrica è un settore particolarmente variegato, nel quale trovano posto soluzioni tecnologiche piuttosto diverse tra loro. Anche per questo, fare genericamente riferimento al concetto di “auto elettrica” può risultare fuorviante, anche in virtù delle specifiche categorizzazioni che sono emerse di pari passo con lo sviluppo dei vari sistemi di propulsione elettrica. In particolare, secondo quanto riporta il portale istituzionale dell’Osservatorio europeo dei combustibili alternativi*, un veicolo elettrico è un “veicolo a motore, equipaggiato con un propulsore contenente almeno una macchina elettrica non periferica che funga da convertitore di energia con un sistema elettrico di accumulo dell’energia, che possa essere ricaricato esternamente”. Tale definizione si applica a tre distinte categorie di veicoli:
- EV (o BEV, acronimo di Battery Electric Vehicle), indicati anche come “all-electric” o 100% elettrici in quanto sospinti esclusivamente da un motore elettrico, senza alcun apparato secondario di propulsione;
- PHEV (acronimo di Plug-in Hybrid Electric Vehicle), ovvero un veicolo equipaggiato con un tradizionale motore endotermico accoppiato ad un sistema di propulsione elettrica, ricaricabile da una fonte esterna;
- FCEV (Fuel Cell Electric Vehicle); questa tipologia di veicoli utilizza una cella a combustione (detta anche ‘pila a combustione’) per alimentare il motore elettrico, solitamente impiegando l’ossigeno presente nell’atmosfera e l’idrogeno compresso.
I fattori che influiscono sui costi di ricarica.
I costi da sostenere per ricaricare a casa la propria auto elettrica sono influenzati da diversi fattori:
- il prezzo della componente energia applicato dal fornitore;
- i costi accessori di fornitura, quali tasse, imposte e tariffe accessorie per la gestione della rete di distribuzione della materia prima;
- il periodo di ricarica, in special modo per gli utenti che usufruiscono di forniture con tariffazione multioraria;
- la frequenza di ricarica; questa, a sua volta, dipende da un’ulteriore combinazione di fattori quali il chilometraggio medio, le percorrenze e le condizioni climatiche. Le basse temperature, infatti, tendono a far scaricare la batteria più velocemente; la guida nelle aree urbane, in aggiunta, riduce più velocemente l’autonomia del mezzo, costringendo a ricaricare la batteria più di frequente;
- la tipologia di ricarica; gli impianti in corrente alternata impiegano diverse ore per ripristinare i livelli di carica ma rappresentano l’opzione più economica. Le colonnine in corrente continua, invece, consentono di passare dal 10% all’80% di ricarica in meno di un’ora (in base alle specifiche tecniche del sistema di propulsione del veicolo) ma a fronte di costi maggiori;
- le abitudini di guida; uno stile più ‘conservativo’ può migliorare l’efficienza energetica e prestazionale della batteria, riducendo i consumi e i costi di ricarica sul medio e lungo periodo;
- le caratteristiche tecniche della batteria; ogni veicolo è dotato di una batteria specifica, che presenta capacità e tempi di ricarica ben precisi; quelle più capienti impongono tempi di ricarica più lunghi per ripristinare la completa autonomia, o quasi, del veicolo ma, al contempo, garantiscono un’autonomia chilometrica maggiore.
Quanto costa una ricarica auto elettrica a casa?
Per rispondere a questo interrogativo, tentando di quantificare i consumi e i costi relativi su base mensile, è necessario anzitutto avere a disposizione alcuni dati; in particolare:
- il chilometraggio medio mensile; per utilizzi intensivi si possono stimare tra i 2.000 e i 3.000 km mentre per impieghi basilari (tragitto breve casa – lavoro, commissioni e attività quotidiane) la soglia di 1.000 km costituisce un campione sufficientemente rappresentativo;
- il consumo medio (in Wh/100 km) della propria auto dichiarato dal produttore;
- il tipo di corrente utilizzata per la ricarica; nel caso della rete domestica, si tratta di corrente alternata.
Volendo quindi formulare un esempio pratico, consideriamo un modello di auto compatta di segmento C, alimentata da un sistema full-electric (come la Nissan Leaf o la VW ID 3). Poniamo le seguenti condizioni:
- consumo pari a 166 Wh/km (pari a 16,6 kWh/100 km)**;
- percorrenza media mensile pari a 1000 km circa;
- ricarica tramite l’impianto elettrico domestico a corrente alternata.
Sulla base di questi dati, possiamo anzitutto quantificare il consumo su 1000 km moltiplicando 166 Wh/km per 1000, ottenendo così 166.000 Wh/1000 km, ovvero 166 kWh ogni mille chilometri percorsi. Fatto ciò, basta applicare a tale dato il costo della componente energia; ipotizziamo corrisponda a circa 0,30 €/kWh, si ricava un costo mensile di poco inferiore a 50 euro.
Lo stesso meccanismo di calcolo è applicabile anche ad un’auto di segmento D, più grande e pesante, come la Tesla Model 3 che presenta all’incirca gli stessi consumi (16,7 kWh/100 km in ciclo combinato WLTP)*** e, di conseguenza, gli stessi costi per una ricarica domestica.
Utilizzando, di contro, una colonnina ricarica auto casa a corrente continua per la medesima auto, secondo quanto restituito dal tool di calcolo dell’Osservatorio europeo dei combustibili alternativi, bastano 25 minuti per ricaricare oltre 40 kW di potenza, aggiungendo 266 km di autonomia. Il costo per la singola ricarica oscilla tra i 10 e 31 euro circa, in base alle tariffe applicate dal fornitore. In generale, il costo di una ricarica auto elettrica a casa tramite una colonnina di questo tipo si attesta tra i 3 e 14 euro per 100 km di autonomia, che corrispondono ad una spesa mensile che può andare da un minimo di 30 ad un massimo di 140 euro (per 1000 km di percorrenza).
Consigli pratici per risparmiare.
Ricaricare l’auto elettrica a casa rappresenta, come sottolineato dall’Osservatorio europeo dei combustibili alternativi*, non solo l’opzione più diffusa in Europa ma anche la più vantaggiosa dal punto di vista economico. Ciò nonostante, è possibile mettere in atto qualche semplice accorgimento per ottimizzare i costi di ricarica:
- utilizzare la rete domestica o una colonnina a corrente alternata anziché gli impianti pubblici di ricarica;
- sviluppare uno stile di guida non aggressivo, mantenendo la velocità bassa e costante ed evitando accelerazioni improvvise;
- usare l’auto solo quando necessario o inevitabile, così da non incrementare il chilometraggio e, di riflesso, consumi e costi;
- non trascurare la manutenzione del veicolo; alcuni aspetti apparentemente secondari come, ad esempio, la pressione e l’usura degli pneumatici, possono incidere sull’economia energetica complessiva dell’auto.
In aggiunta, come si legge sul portale del GSE, fino al 30 giugno 2027, è possibile usufruire di un incentivo disposto dall’ARERA, che “consente di aumentare gratuitamente la potenza delle utenze private per ricaricare i veicoli elettrici durante la notte, la domenica e nei festivi, senza costi aggiuntivi e senza rivolgersi al proprio fornitore”. Il servizio è gestito direttamente dal GSE che consente di effettuare la richiesta tramite l’area clienti del proprio sito.
*https://alternative-fuels-observatory.ec.europa.eu/general-information/glossary
**dati da ev-database.org
***dato da tesla.com