Stufa a legna: quanto è impegnativa.

Tra le opzioni praticabili per il riscaldamento domestico vi sono le stufe a legna; rappresentano una soluzione facile da implementare, soprattutto in contesti che, per ragioni tecniche o economiche, non agevolano (o non necessitano) la messa in opera di un impianto centralizzato o di apparati per la generazione di calore di altro tipo. A differenza dei classici camini ‘aperti’, le moderne stufe a legna sono in grado di garantire un buon grado di efficienza nel riscaldamento degli ambienti domestici. Ma qual è il reale rendimento di questi sistemi? Nel nostro approfondimento, vediamo come valutare le ‘prestazioni’ di una stufa a legna, confrontandole con quelle offerte dai dispositivi alimentati a pellet.

Come funziona una stufa a legna.

Per la normativa comunitaria sulla progettazione ecosostenibile degli apparati domestici, le stufe a legna rientrano nella categoria delle “caldaie a combustibile solido”. Si tratta, a tutti gli effetti, di apparati per il riscaldamento che utilizzano una fonte combustibile né liquida né gassosa (i ciocchi di legno) per produrre calore. La combustione del legname, innescata manualmente, produce aria calda, che viene convogliata in un condotto di canalizzazione per scaldare l’ambiente circostante; i fumi vengono invece espulsi tramite una tubazione apposita, collegata direttamente alla canna fumaria. I residui solidi della combustione (la cenere) sono raccolti in una cassetta posta al di sotto della camera in cui brucia la legna.

Quanto consuma una stufa a legna? I dati da considerare.

Il consumo di legna figura tra le indicazioni che i produttori devono indicare nelle specifiche tecniche del prodotto, e si misura in kg/h (chilogrammi per ora). Esso dipende da diversi aspetti, in particolare la potenza termica (espressa in kW) e l’efficienza, due dati che figurano tra le specifiche tecniche della stufa.

Una stufa da 15 kW, ad esempio, consuma in media poco più di 4 kg di legna all’ora mentre un modello in grado di sviluppare circa la metà della potenza termica (8 kW) necessità di almeno 2 kg di legna l’ora. Per calcolare i costi, bisognerebbe anzitutto determinare il tipo di legno utilizzato. Prendiamo ad esempio il faggio da ardere, che costa 25 euro al quintale, ovvero 1 euro ogni 4 kg. Pertanto, una stufa alimentata a faggio ‘costa’ 1 euro l’ora di legna. Ipotizzando un utilizzo mensile pari a circa 50-60 ore, l’impatto economico su base mensile è quantificabile in 50 o 60 euro di combustibile.

Efficienza di riscaldamento: meglio stufa a legna o pellet?

Secondo la normativa europea (Regolamento UE 2015/1189 del 28 aprile 2015), le stufe a legna – in quanto caldaie a combustibile solido – devono rispettare i seguenti requisiti per quanto riguarda il parametro della “efficienza energetica stagionale del riscaldamento d’ambiente”:

  • 75%, se la potenza termica nominale non supera i 20 kW;
  • 77%, se la potenza termica nominale è superiore a 20 kW.

 

Buona parte dei modelli presenti in commercio, a prescindere dalla potenza termica, presentano un’efficienza di rendimento (dichiarata) che oscilla tra l’80% e l’87%.

I parametri normativi sopra indicati valgono anche per le stufe a pellet, in quanto anch’esse rappresentano un tipo di caldaia a combustibile solido, sebbene appartengano alla categoria dei sistemi alimentati a biomassa. Uno studio condotto nel 2021* ha dimostrato che tra i vari pellet disponibili, quelli in legno hanno offerto l’efficienza di combustione maggiore (93,8%) mentre il dato più basso è stato fatto registrare dai pellet ricavati dagli scarti del mais (92,2%).

Pellet o legna costi da considerare.

Per scegliere una stufa per il riscaldamento domestico, occorre anzitutto chiedersi: “meglio pellet o legna?”. Per rispondere a questa domanda, bisogna valutare diversi fattori. Il primo che prendiamo in esame è il costo del combustibile; il prezzo al dettaglio del pellet, così come quello della legna, varia in funzione delle caratteristiche fisiche e qualitative del prodotto.

Nella “Caratterizzazione del pellet a fini energetici” stilata dal CTI Energia e Ambiente, vengono individuate tre categorie di pellet:

  • Categoria A (con additivo o senza additivi), ricavato esclusivamente da tronchi di conifere o latifoglie, oppure da legno non trattato, usato o proveniente dall’industria;
  • Categoria B, prodotto con biomassa legnosa, erbacea, frutti, semi o un miscuglio delle biomasse utilizzabili;
  • Categoria C, ottenuti con le stesse biomasse ammesse per la Categoria B, ma con un tasso di umidità maggiore.

 

Circa la legna da ardere, il prezzo può variare in base a:

  • pregio della fibra d’origine;
  • tasso di umidità (il legno più ‘stagionato’ brucia prima);
  • lunghezza e forma dei singoli ciocchi;
  • la presenza di eventuali ‘carie’.

 

Fatte queste premesse, vediamo cos’è meglio legna o pellet, almeno dal punto di vista economico; il legname da ardere viene venduto tra i 10 e i 20 euro al quintale, a seconda della qualità. Il pellet, invece, ha un prezzo al dettaglio che oscilla tra i 30 e i 40 euro al quintale.

Stufa a pellet o legna: consumi a confronto.

Le stufe a pellet, come sottolineato, hanno un’efficienza energetica mediamente superiore a quella delle stufe a legna; in altre parole, necessitano di meno combustibile per scaldare gli ambienti (circa la metà, a parità di potenza termica). La legna da ardere, però, costa meno ma una stufa ne consuma molta di più per garantire lo stesso rendimento termico.

Per avere un’idea su rendimento e consumi, prendiamo due stufe da 8 kW; per quella a pellet, occorre non più di 1,5 kg l’ora di combustibile mentre l’equivalente a legna consuma almeno 2 kg/h di legname.

Come scegliere tra stufa a legna o pellet: cosa valutare.

Vediamo in sintesi quali aspetti da prendere in considerazione nella scelta tra una stufa a pellet e una legna:

  • il costo del combustibile: la legna ha un prezzo inferiore ma il pellet ha un rendimento maggiore;
  • il consumo orario; quello delle stufe a legna è maggiore a parità di potenza termica sviluppata;
  • i consumi ‘accessori’; le stufe a pellet sono apparati complessi, che includono componenti elettromeccaniche ed elettroniche. Pertanto, al consumo di combustibile, va aggiunto quello di corrente elettrica. Le stufe a legna, invece, funzionano autonomamente;
  • efficienza di funzionamento; le stufe a legna non sono ‘regolabili’ in alcun modo, in quanto semplicemente bruciano tanto legname quanto se ne mette nella camera di combustione. I modelli a pellet sfruttano una centralina, una coclea e un motoriduttore per regolare la quantità di combustibile da bruciare e raggiungere un livello di temperatura predefinito.

 

In conclusione, possiamo affermare che:

  • la stufa a legna è una valida opzione per avere a disposizione una fonte di calore indipendente dalla rete elettrica, laddove sia facile reperire e stoccare il legname necessario (case rurali, tavernette, e simili);
  • la stufa a pellet si addice maggiormente ad ambienti domestici più ‘vissuti’, dove la regolazione della temperatura può associarsi a misure di efficientamento energetico (isolamento degli infissi, impostazioni programmate). Inoltre, il pellet è molto meno ingombrante della legna, e questo ne agevola lo stoccaggio.

 

*https://www.mdpi.com/1996-1073/14/15/4465

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