Quanto consuma un ventilatore a pavimento.

I ventilatori a pavimento sono tra gli elettrodomestici maggiormente utilizzati per contrastare il caldo estivo e l’afa che caratterizza i mesi più caldi dell’anno. In commercio ne esistono vari tipi, diversi per forma e dimensioni ma il principio di base resta lo stesso: generare un flusso d’aria mediante una ventola rotante azionata da un piccolo motore alimentato a corrente elettrica tramite cavo. Di conseguenza, anche i ventilatori contribuiscono ai consumi energetici complessivi di un nucleo familiare: nel nostro approfondimento, vediamo in che misura e come limitare l’impatto economico del loro utilizzo.

Come funziona un ventilatore a pavimento.

Quella dei ventilatori ‘a pavimento’ è una categoria di elettrodomestici che comprende:

  • ventilatori ‘a piantana’, costituiti da una ventola a tre o cinque pale, incapsulata in un elemento protettivo, e montata su di un supporto verticale, solitamente regolabile in altezza, sorretto da una base a croce;
  • ventilatori ‘a torre’ o ‘a colonna’; la ventola è integrata all’interno di una colonnina rotante (montata su una base) che presenta fessure su due lati opposti così da consentire l’aspirazione e l’emissione dell’aria.

 

Al netto delle differenze di conformazione, i ventilatori sfruttano il medesimo principio di funzionamento: il motorino elettrico aziona la ventola che, per effetto del movimento rotatorio delle pale, genera un flusso d’aria. Parametri quali il numero delle pale e la velocità di rotazione determinano la portata complessiva del getto in uscita. La differenza principale tra tipi di ventilatori è la disposizione della ventola rotante: nei modelli a piantana è posta in verticale, mentre in quelli a colonna è orizzontale (pur sviluppandosi per quasi tutta l’altezza della torretta). Questo aspetto determina anche una differenza nell’emissione del getto d’aria: i ventilatori a torretta restituiscono un flusso in uscita più ampio mentre l’emissione di quelli a piantana dipende dall’ampiezza delle pale della ventola.

Consumo di un ventilatore: come calcolarlo?

I ventilatori la cui potenza è inferiore o uguale a 125 W rientrano tra gli elettrodomestici interessati dalla normativa comunitaria sull’efficienza energetica. Non sono contrassegnati da una vera e propria etichetta energetica ma sono accompagnati da specifiche indicazioni circa i consumi di energia, solitamente incluse nelle specifiche tecniche fornite dal costruttore.

La maggior parte dei ventilatori, infatti, si colloca in un range di potenza compreso tra 35 W e 50 W. In assenza del dato relativo al consumo (in kWh) su base annuale, è possibile approntare una stima di massima a partire dal valore della potenza assorbita. Ipotizziamo, ad esempio, che un ventilatore a torre abbia un consumo di 45 W. Ciò vuol dire che restando in funzione per un’ora, utilizza 45 Wh. A partire da questo dato possiamo stabilire quanto consuma un ventilatore acceso tutto il giorno, laddove per “tutto il giorno” si intendano 12 ore di accensione continuativa (dalle 10:00 alle 22:00). Il calcolo è semplice: 45 W x 12 h = 540 Wh, ovvero 0,54 kWh.

Di norma, però, l’utilizzo effettivo del ventilatore è limitato ad un paio d’ore al giorno; a fronte di un tempo medio di accensione quotidiano di due ore, il dispendio energetico sarà di 90 Wh al giorno. Il dato, proiettato su un periodo di 30 giorni, comporta un consumo di energia elettrica su base mensile pari a 2,7 kWh.

Fatto ciò, è possibile effettuare un calcolo dei costi; allo scopo, bisogna assumere il prezzo unitario della componente energia. Ipotizziamo che il nostro fornitore applichi un prezzo di 0,30 euro/kWh; dodici ore di utilizzo continuativo generano un costo pari a 0,16 euro mentre tenendo il ventilatore acceso due ore al giorno determina un impatto economico che ammonta a 0,81 euro al mese, che corrispondono a poco meno di 10 euro l’anno.

Cosa influenza i consumi energetici di un ventilatore.

Dopo aver visto quanto consuma il ventilatore, analizziamo i fattori che possono maggiormente influenzare le prestazioni energetiche dell’elettrodomestico. Gli aspetti più significativi, da questo punto di vista, sono:

  • il tempo di utilizzo; poiché i ventilatori a pavimento hanno potenze piuttosto simili, un utilizzo prolungato incide maggiormente sui consumi di energia;
  • la velocità di rotazione della ventola; di solito è possibile impostare tre diverse velocità. Naturalmente, quella più elevata (maggior numero di giri per minuto) richiede un dispendio di energia superiore da parte del motore elettrico;
  • la classe di efficienza energetica; i modelli di classe più alta (A o superiore) garantiscono prestazioni elevate a fronte di consumi contenuti;
  • le modalità di utilizzo; alcune funzionalità aumentano il consumo di energia da parte del ventilatore. Allo stesso modo, un modello poco potente utilizzato in un grande ambiente risulterà poco efficace e impiegherà più tempo per produrre effetti apprezzabili;
  • il diametro delle pale; nei ventilatori a piantana, è importante valutare la conformazione e l’ampiezza della ventola: i modelli con cinque pale anziché tre e un raggio più ampio sono in grado di produrre un flusso d’aria maggiore;
  • la tecnologia di funzionamento del motore elettrico; quelli brushless sono più efficienti e duraturi, oltre ad avere un impatto minore sui consumi;
  • la manutenzione; pulire le grate attraverso le quali passa l’aria è fondamentale per preservare la massima efficienza dell’elettrodomestico, anche dal punto di vista energetico. L’accumulo di polvere e lanugine ostacola il passaggio dell’aria e tende ad aumentare il consumo medio del ventilatore.

Cosa fare per ridurre consumi e costi.

Pur non essendo particolarmente energivori, i ventilatori possono avere un impatto non trascurabile sui consumi, soprattutto se non si mettono in pratica alcune semplici strategie di risparmio. Per limitare il dispendio energetico è quindi consigliabile:

  • scollegare il ventilatore dalla presa di alimentazione quando resta inutilizzato, per evitare che l’eventuale assorbimento passivo faccia aumentare il consumo di energia;
  • scegliere modelli efficienti; a tal riguardo, si può far riferimento alla classe di efficienza energetica (se indicata) oppure alla portata d’aria (espressa in metri cubi al minuti) rispetto alla potenza assorbita;
  • non ostruire il flusso d’aria del ventilatore, posizionando ostacoli lungo la traiettoria di emissione. Ciò tende a rendere l’azione della ventola meno efficace;
  • non trascurare la pulizia e la manutenzione dell’elettrodomestico; periodicamente, e seguendo le istruzioni fornite dal produttore, i filtri dell’aria vanno puliti periodicamente, così che il flusso d’aria in uscita non venga ostacolato da residui di polvere o corpuscoli che possono annidarsi sulle grate;
  • sfruttare tende oscuranti, veneziane o tapparelle per mantenere freschi gli ambienti e limitare il ricorso al ventilatore;
  • impostare il tempo di utilizzo mediante il timer del ventilatore; se disponibili, avvalersi di funzioni specifiche per regolare la convezione dell’aria durante le ore notturne.
Ancora non sei un cliente Reset?

Siamo il fornitore di energia più seguito d’Italia con oltre 300.000 follower: passa a Reset, entra nella community.

Sommario